TOP500 Parma

TOP500 PARMA

di Alessia Pizzuti

Dopo il grande successo delle precedenti edizioni, arriva puntuale l’evento TOP500: le imprese di Parma e provincia, un’iniziativa realizzata da Gazzetta di Parma insieme a Pwc ed Università di Parma, con il patrocinio dell’Unione Parmense degli Industriali e dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Parma ed in collaborazione con “Parma, io ci sto!”.

TOP500 Parma

Top500 arriva così alla sua quarta edizione allo scopo di offrire uno strumento di riflessione generale e approfondita intorno all'economia del territorio e a come sta cambiando il tessuto imprenditoriale parmense. Si conferma all’unisono che il principale driver del cambiamento tipico di questo pezzo di Via Emilia sia la trasformazione tecnologica, o, come meglio siamo abituati a riconoscere, Digital Transformation, che conduce le aziende a nuove prospettive di gestione, comunicazione e fidelizzazione con il cliente. Nel rapporto cartaceo distribuito da Gazzetta di Parma, emergono i principali leader di tutti i settori industriali che, grazie alla rivoluzione digitale, stanno plasmando i loro modelli di business confermando la tendenza che tali percorsi non rappresentano più una opzione quanto una necessità per la crescita.

Dopo una breve introduzione, si inquadra il contesto di riferimento.

Come testimoniano le indagini sul campo, lo stato di salute dell’economia parmense appare buono, migliore rispetto la media nazionale. I dati si riferiscono al 2017, in crescita anche gli utili soprattutto per i settori di alimentare, meccanica e chimica che trainano l’esportazione.

“Il 2017 è stato un ottimo anno, nel 2018 segnali un pò complicati, inizio 2019 si prevede complicato ma quello che viene reso oggi è una fotografia di tutti i comparti industriali in termini di forza e capaci di affrontare questo periodo di rallentamento con estrema determinazione.”

Annalisa Sassi, Presidente UPI

Nonostante si definisca uno scenario complesso con cui l’Italia e il nostro territorio devono confrontarsi, dovuta ad esempio al rischio della Brexit, l’export rimane una scelta strategica verso cui orientare le risorse. Secondo l’analisi del Presidente UPI, i punti di forza del Made in Parma che generano valore sono da attribuirsi allo stimolo tecnologico e all’ Industria 4.0 che hanno innescato la ripresa degli investimenti interni; in più Parma beneficia non solo dell’insita presenza di leader mondiali quanto anche l’essere vetrina stessa e internazionale per l’alimentare d’eccellenza con iniziative come Cibus, che ogni anno riesce a superare i risultati precedenti in ottica sempre ottimistica.

Ad un’attenta analisi, ad influenzare negativamente la complessità economica del territorio e ancora meglio a livello nazionale, sono i troppi fattori critici che cozzano con gli obiettivi evolutivi.

“Digitale in ambito contabile? Basta pensare alla fatturazione elettronica”

È così che risponde Emanuele Favero, Presidente dell’ordine dei commercialisti di Parma, spiegando che le troppe criticità alla semplificazione del sistema, potrebbero essere risolte attraverso l’avvio alla fatturazione elettronica per coinvolgere tutti gli attori del sistema.

Dopo un iniziale dipinto del quadro generale, l’incontro si struttura in due principali momenti.

Il primo, piuttosto analitico, che prevede l’analisi redatta dall’ Università di Parma a cura della Prof.ssa Veronica Tibiletti e il prof. Pier Luigi Marchini dove vengono descritti i bilanci e le performance delle imprese meglio classificate.

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Dopo una prima introduzione ai valori dimensionali aziendali, sulla redditività e sul rischio finanziario, Pier Luigi Marchini mostra l’analisi dei valori aggregati per il 2017

“L’economia del parmense si è inserita nel trend di crescita dimensionale che ha contraddistinto l’economia nazionale e regionale, contribuendo in gran parte, a propria volta, a favorirne lo sviluppo”

Pier Luigi Marchini, Professore Associato del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università degli Studi di Parma

In sostanza, le imprese sono cresciute, si sono sviluppate, ma il loro rendimento nel 2017 è stato inferiore rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, le imprese mostrano la loro straordinaria capacità di coprire gli oneri finanziari dell’esercizio precedente (il 2016) raggiungendo un valore complessivo dei ricavi di 25,1 miliardi di euro, con una crescita del 10%. Un aspetto di particolare rilievo riguarda l’incremento del numero di dipendenti; complessivamente infatti, tra sedi italiane ed estere, le prime 500 imprese di Parma e provincia hanno occupato un numero di dipendenti pari a 84.336 unità, con un incremento del 6% rispetto l’anno precedente.

E la digital transformation? Secondo Massimo Bonacci di Pwc, le tecnologie più impattanti sono 250, ma possono essere riassunte nelle essential eight” che hanno già oggi un impatto significativo sui modelli di business delle aziende: intelligenza artificiale, realtà aumentata, blockchain, droni, internet delle cose, robot, realtà virtuale e stampa 3D.

“La trasformazione digitale va vista integrata con quelli che sono gli elementi tipici d’azienda”

e ancora

“La ricetta per garantire oggi il successo d’azienda sono buon capitale umano e investimenti in tecnologie che valorizzino la componente operativa”

Massimo Bonacci, Pwc

Dobbiamo però tenere a mente che investire in una sola di queste tecnologie non è senz’altro sufficiente per guidare la propria crescita, in quanto è già all’orizzonte una nuova onda di innovazione tecnologica creata proprio dall’ integrazione di queste 8 tecnologie di base. La rivoluzione digitale consentirà all’impresa di integrare i processi e offrirà allo stesso modo opportunità di ulteriore sviluppo. In questo ecosistema assumono particolare importanza anche le idee, fino al lancio sul mercato delle stesse. L’ innovazione diventa così disciplina d’azienda per una digital transformation di successo e allo stesso tempo uno strumento che interessa l’intera filiera del prodotto, in grado di tracciare e soprattutto controllare il prodotto e la sua storia.

Dopo l’analisi e l’introduzione al tema segue il dibattito della tavola rotonda che, preceduta da un video, mette in mostra esperienze a confronto tra personaggi di spicco dell’ecosistema economico di riferimento, a cui partecipano Marco Ciscato, Managing Director di Maps SpA; Filippo Casappa, Amministratore Delegato di Casappa SpA; Andrea Chiesi, direttore R&D Portfolio Management di Chiesi Farmaceutici e Fabrizio Storti, Pro Rettore con la delega per la Terza Missione dell’Università di Parma; moderati da Veronica Tibiletti, Professore Associato del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma.

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“Digital transformation non significa solo trasformazioni di tipo digitale di modelli di business ma anche trasformazione culturale”

Andrea Chiesi, direttore R&D Portfolio Management di Chiesi Farmaceutici

È questo lo spunto di riflessione che anima la discussione e a cui tutti i partecipanti aderiscono. Lo stesso Fabrizio Storti, Pro Rettore con la delega per la Terza Missione dell’Università di Parma, spiega che da anni la nostra Università incentiva la nascita e la crescita di imprenditorialità innovativa basata sul giusto mix docenti-ex studenti, fornendo spazi e servizi. Il trasferimento tecnologicoco stituisce l’elemento predominante della “terza Missione” che dota l’ateneo di 7 centri di ricerca industriali accreditati presso la Rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna per la continua realizzazione di nuovi progetti condotti simultaneamente alle aziende leader nei settori con le quali, altresì, è prevista la condivisione di laboratori e strumentazioni utili agli obiettivi di ricerca. L’Università di Parma diventa in questo modo un riferimento proattivo nel rispetto del territorio, delle singole ambizioni imprenditoriali e necessariamente del modello emiliano.

Tanti dunque gli spunti da cui ripartire, ma soprattutto tanta la consapevolezza. Perché come ha ribadito Marco Ciscato:

“Bisogna essere consapevoli che con la Digital Transformation si può fare del cambiamento, ma bisogna crederci in questo cambiamento, anche in termini imprenditoriali”

Marco Ciscato, Managing Director di Maps SpA

 

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