Amazon e l’approdo al settore sanitario

L’impero di Amazon non poteva certo fermarsi all’elettronica, alle librerie o ai supermercati. L’approdo nel settore sanitario era prevedibile ma da bravo americano Jeff Bezos lo ha fatto in grande stile.

Nel mondo del business non si parla d’altro: con un’alleanza senza precedenti, Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan hanno deciso di dar vita a una società indipendente che avrà la missione esplicita di ridurre gli oneri assistenziali a carico dei dipendenti e migliorare i servizi.

Come rivela il Sole 24 Ore, la società, con sede ancora da decidere, sarà nei fatti una no-profit  «libera dalle restrizioni di generare utili», guidata da executive prestati dal prestigioso triumvirato e dedicata anzitutto allo sviluppo e adozione di tecnologie in grado di aumentare la trasparenza e semplificare iI labirinto dei servizi medici statunitensi.

«La crescita a dismisura dei costi della sanità è un affamato verme solitario all’interno dell’economia americana … Non ci poniamo questo problema avendo risposte pronte. Ma neppure lo accettiamo come inevitabile». Così Warren Buffet giustifica l’azione che segna una svolta potenzialmente epocale.

Il tema sanitario in America è di grande attualità. Gli sforzi per abbattere i costi della sanità c’erano già stati sia in politica (Obamacare) sia in tecnologia (l’impegno di Google, Microsoft e Cisco per digitalizzare la medicina e renderla più efficiente) ma i dati mostrano chiaramente come la spesa media degli americani sia in realtà aumentata. Vedremo quindi se i colossi americani riusciranno nell’impresa welfare e se veramente l’aspetto filantropo prevarrà sugli affari.

Fonte: Il Sole 24 Ore


Qual è il segreto per un contenuto di successo? LinkedIn, BuzzSumo e la loro Content Formula!

Quali sono gli elementi che guidano la reach, l’authority e il ROI dei vari settori nei social media?

Esiste una strategia da seguire per rendere i propri post migliori e più efficaci?

Cosa c’è dietro ai contenuti che hanno più successo?

Queste e altre sono state le domande che Jason Miller, Global Content Marketing Leader di LinkedIn, in collaborazione con il direttore di BuzzSumo, Steve Rayson, si sono posti e su cui hanno basato il loro studio The DNA Behind the World's Most Successful Content.

Utilizzando come metriche shares e backlinks, gli autori hanno selezionato i 40.000 post che hanno avuto più successo nella reach organica e che hanno ottenuto un ottimo risultato nell’engagement. Per ogni post (presi da diversi settori: marketing, salute, tecnologia e istruzione) sono stati categorizzati e comparati i diversi elementi che sono alla base di ogni contenuto: l’argomento, il titolo, la tipologia, il formato e la lunghezza.
Attraverso l’analisi approfondita di questi elementi, diversificata per ogni settore, si cerca di stillare una lista delle strategie e dei principi utili per creare un contenuto efficiente ed efficace all’interno dei social media.

 

Ed ecco il piano di azione secondo Miller e Rayson:

  • Redigere una lista di argomenti rilevanti per il proprio settore;
  • Assicurarsi che il contenuto sia adatto agli obiettivi che ci si è posti;
  • Identificare e utilizzare le tipologie di contenuti più adatti al settore di riferimento;
  • Combinare il formato adatto all’audience a cui ci si rivolge;
  • Non avere paura di scrivere troppo!
  • Studiare bene l’utilità di una headline che rispecchia l’obiettivo dell’articolo;
  • Usare i social per amplificare la reach;

Il risultato dello studio, comunque, è quasi ovvio: non esiste una formula prefissata per creare un contenuto di successo. Ogni settore deve puntare su una tipologia diversa di formula e modificare il proprio contenuto in base alla sua target audience, selezionando la giusta combinazione di obiettivi rivolti all’engagement, all’autorità e alla condivisione.


Resto al sud: la soluzione agli aspiranti imprenditori

 

1250 milioni. Questo è quanto il governo ha messo a disposizione per rilanciare l’economia nel meridione e promuovere così l’occupazione. Resto al Sud è infatti il nuovo incentivo rivolto agli under 36 che vogliono aprire un’impresa nelle regioni del centro-sud per la produzione di beni o servizi.

Ma come funziona?

Le agevolazioni coprono il 100% delle spese.

Ogni soggetto richiedente può ricevere un finanziamento massimo di 50 mila euro.

Nel caso in cui la richiesta arrivi da più soggetti, già costituiti o costituendi, il finanziamento massimo è pari a 200 mila euro.

Sono finanziabili:

  • Interventi per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa)
  • Impianti, attrezzature, macchinari nuovi
  • Programmi informatici e servizi TLC (tecnologie per l’informazione e la telecomunicazione)
  • Altre spese utili all’avvio dell’attività (materie prime, materiali di consumo, utenze e canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative nel limite del 20% massimo del programma di spesa)

Sono escluse dal finanziamento solo le attività libero professionali e il commercio.

Per richiedere il finanziamento è sufficiente candidarsi nell’apposita sezione di invitalia.it , l’ente gestore del bando. Non sono previste scadenze o graduatorie come ribadito da Domenico Arcuri,  amministratore delegato di Invitalia. Tutte le proposte infatti verranno esaminate e, se coerenti con i requisiti, finanziate.

La misura, promossa dal Ministro per la Coesione territoriale ed il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, dovrebbe consentire quindi di avviare attività nel Mezzogiorno fungendo anche da 'traino' per i territori coinvolti. "Il Mezzogiorno ha ripreso a crescere, ma c'è bisogno ora di consolidare i risultati raggiunti negli ultimi tre anni”.

Per chi ha idee, voglia di fare e di mettersi in gioco, per tutti gli aspiranti imprenditori è arrivata finalmente la soluzione.