Esselunga: il nuovo concept di superstore a Brescia
di Ketty Ilacqua
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Esattamente dopo 62 anni dall’inaugurazione del primo supermercato Esselunga, quello di viale Regina Giovanna, a Milano, apre il superstore di via Triumplina a Brescia. Così Sami Kahale, il Direttore Generale della S.p.A, Gabriele Villa, Direttore Commerciale e di Produzione e Roberto Selva, Chief Marketing e Customer Officer, hanno guidato i giornalisti nell’ampia superficie del nuovo punto di vendita, mostrando loro la forte innovazione dello stesso.
Infatti in questi 4.600 metri quadri di superficie, la prima area in cui il consumatore viene accolto non vede presenti le casse, ma un unico grande settore definito da Kahale come “food center integrato”, composto in sequenza dal Bar Atlantic, con la caffetteria, il banco take away e la cucina a vista in cui è possibile osservare la preparazione delle ricette Esselunga; la pasticceria Elisenda, che offre una linea di dolci di alta qualità creati in collaborazione con i fratelli Cerea, proprietari del ristorante stellato Da Vittorio; il reparto Pane e Dolci con panificatori che impastano e sfornano pane e focacce durante l’intera giornata, e la Gastronomia dove ogni giorno vengono cucinate numerose ricette.
Vera rivoluzione del punto vendita è l’eliminazione di un percorso obbligato. Difatti è stato creato un percorso veloce che si addentra nell’area vendita e che inizia dal reparto dell’ortofrutta, girando praticamente intorno al food center integrato, quindi passando per il banco del pane, un corridoio dedicato ai freschi, fino ad arrivare alla gastronomia e poi concludersi alla barriera casse. Frutta e verdura la vediamo collocata in espositori bassi che ricordano il classico banco del mercato rionale, oltre al fatto che la stessa proviene da produttori locali e permette di avere una filiera corta, basata sul localismo. Troviamo poi insalate complete, macedonie e estratti o sandwich per soddisfare il bisogno di una pausa fresca e veloce.
Questa attenzione ai freschi e freschissimi si rivede anche nella pescheria con personale che offre pesce fresco e già pulito. Tutto ciò valorizza il concetto di food company su cui l’azienda ha deciso di puntare.
Altra caratteristica dello store è quella della creazione di veri e propri “shop in shop”, quali la Parafarmacia, il reparto Surgelati che si configura come un percorso semi-chiuso, l’area dedicata al Pet Food e l’Enoteca, ampiamente fornita e dotata di un “sommelier virtuale” che aiuta il consumatore nella scelta. A stagliarsi al centro del punto vendita infine, una corsia trasversale dedicata alle promozioni: questa divide diagonalmente il punto vendita, rendendo le promo diffuse in tutti i reparti.
Per venire incontro alla richiesta di una spesa veloce sono state inserite casse sia tradizionali che self-scanning e self-payment, oltre al punto Clicca e Vai che permette di ordinare la spesa online e ritirarla direttamente in macchina senza nessun costo aggiuntivo.
E la sostenibilità? Esselunga ha pensato anche a questo, e lo ha fatto tramite l’eco-compattatore di bottiglie in plastica Pet posto nell’area ecologica, che ricompensa i clienti tramite un buono spesa di 0,10 euro ogni 10 bottiglie conferite. Inoltre non è stato tralasciato l’aspetto legato al risparmio energetico, per cui sono state adottate innovative soluzioni tecnologiche, che permettono di soddisfare i requisiti per la certificazione in classe energetica A.
Barilla, Ferrero e le dolci strategie di marketing
di Riccardo Rocco Tornesello
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Dopo la febbre dei Nutella Biscuits da gennaio arrivano i Biscocrema: Barilla e Ferrero sono ufficialmente pronte per una nuova sfida.
Il clamoroso successo di Ferrero, che a poche settimane dal lancio ha trasformato i propri biscotti in un vero e proprio fenomeno di costume, ha imposto a Barilla una replica immediata. Per rispondere al fenomeno dei Nutella Biscuits, il gruppo emiliano lancia i Biscocrema, una frolla al cacao con all’interno un cuore di crema Pan di Stelle, ricoperto da una cialda di cioccolato su cui è apposta l’iconica stella.
Un ‘’gioiellino’’ che debutterà sugli scaffali della GDO dal prossimo gennaio, andando a rafforzare ulteriormente l’offerta di Barilla a solo un anno dal lancio della sua crema.
Nonostante per Julia Schwoerer, Vice President Marketing di Mulino Bianco, i Biscocrema non rappresentino una risposta alla competizione con Ferrero bensì una naturale estensione di marca, la sfida è titanica. ‘’Non vogliamo fare la guerra dei numeri né delle quote, noi siamo leader di mercato con il 37% di quota valore’’ ha dichiarato la stessa Schwoerer in occasione della presentazione del biscotto, augurandosi che questa attività contribuisca a far crescere la categoria in modo sano. Barilla, infatti, ha deciso di colpire il proprio competitor mirando ai suoi punti deboli: il nuovo biscotto sarà venduto in monoporzioni da due per limitare le calorie e sarà prodotto senza olio di palma, come tutta la linea Pan di Stelle.
Vi è proprio l’olio di palma all’origine delle ostilità tra le due multinazionali italiane. Nell’estate del 2016, Barilla elimina l’olio di palma dai propri prodotti e lo scrive a caratteri cubitali sulle confezioni dei suoi brand simbolo, tra cui la stessa Pan di Stelle. Una mossa a sorpresa, in quanto fino ad allora Barilla aveva seguito la linea delle altre società italiane, contrastando il clima avvelenato intorno all’olio di palma attraverso una campagna di rassicurazione nei confronti dei propri clienti, i quali hanno iniziato ad interrogarsi sulla qualità di ciò che mangiano e sui rischi per la propria salute.
Tornando alla mania dei Nutella Biscuits, si stima che nelle prime tre settimane dal lancio siano stati venduti 57 milioni di biscotti, per un fatturato che ha già superato la soglia degli 8 milioni di euro. Mantenendo questi ritmi di vendita, si stima che il colosso di Alba potrebbe abbondantemente superare i 130 milioni, oltrepassando così il prefissato obiettivo degli 80 milioni di fatturato. Stando ai numeri di Barilla però, i biscotti più venduti al momento sono le Gocciole di Pavesi (gruppo Barilla), mentre al secondo posto c’è Pan di Stelle. La neonata Crema Pan di Stelle invece, diretta concorrente di Nutella, ha conquistato “una quota di mercato del 7,5% in valore”, facendo crescere l’intera categoria delle creme spalmabili dell’11%.
Certo, ‘’Se tutte le guerre fossero fatte di biscotti il mondo sarebbe migliore’’ e, nell’attesa di scoprire chi vincerà la battaglia commerciale sugli scaffali, non ci resta che affrettarci ad appendere la calza sopra al camino.
Premio Valeria Solesin - Uniti contro il gender gap
di Michela Castenetti
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Valeria Solesin era una ragazza piena di vita, appassionata a questioni politiche e dedita agli altri. Alla sua memoria sono stati dedicati tanti concorsi e premi, iniziative ed eventi.
Tra questi c’è il concorso a lei intitolato e promosso dal Forum della Meritorazia e Allianz Partners che premia tesi di tipo magistrale in materie di STEM, ingegneria, scienze della formazione e psicologia.
Quest’anno il tema vergeva su “Il talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell’economia, dell’etica e della meritocrazia nel nostro Paese”.
Alla terza edizione 46 sono state le tesi ricevute e 12 quelle vincitrici, 11 ragazze e 1 ragazzo.
A dare il via all’evento il 27 novembre 2019 presso la “Microsoft House” a Milano è stata Annamaria Bottero, Constumer Succes Director di Microsoft Italia che ha dedicato parte del suo discorso a trattare il tema del concorso dal punto di vista di Microsoft, di come questo sia rilevante e stia a cuore all’azienda.
È evidente l’impegno che anche grandi aziende come questa mettono in politiche di conciliazione e di smart working che permettano ai loro dipendenti di poter lavorare da qualsiasi luogo in cui essi si trovino che siano in sede, dai clienti o da casa. L’introduzione di politiche di conciliazione ha fatto si che anche la presenza in azienda di donne incinte sia aumentata, fermo restante il continuum al lavoro, perciò si percepisce la collaborazione da ambe le parti.
A sostenere il discorso della Constumer Success Director ci ha pensato Renata Semenza, sociologa dei processi economici e del lavoro.
La sociologa fa un appunto particolare spiegando come anche le tesi candidate fossero incentrate su temi prevalenti come l’analisi delle politiche che favoriscono l’equilibrio tra lavoro e famiglia, la parità di genere nella vita politica in Italia e di come la leadership femminile anche nei board aziendali possa portare a dei risultati più efficaci rispetto a una leadership prettamente maschile.
Il terzo intervento durante la tavola rotonda è stato quello di Paola Corna Pellegrini, CEO di Allianz Partners e del Forum della Meritocrazia che ha affrontato un problema che potrebbe trovaresi sul lungo termine che è quello di dover affrontare le nuove tecnologie, quali l’intelligenza artificiale con un bias maschile. Questa situazione, specifica la Pellegrini, porterebbe a dover affidarsi a tecnologi con una forte impronta maschile che pre-giudicherebbe la neutralizzazione e quindi porterebbe a una restrizione della visione favorendo solo quella maschile.
L’esempio che porta per far capire al pubblico di cosa parla è la possibile nomina del CEO di un’azienda che nel caso sopra citato potrebbe cadere su un uomo, bianco, sulla cinquantina.
L’obiettivo, continua, è quello di riuscire a prevenire questo avvenirsi e favorire visioni come quella psicologia, sociologia e di competenze socio-umanistiche che possano aprire le porte a uomini e donne indistintamente.
L’ultimo intervento prima della presa di parola dei neo-dottori è di Luciana Miliani, mamma di Valeria Solesin e insegnante.
Con un discorso toccante Luciana Miliani esorta i giovani presenti a credere un sé stessi e a non porti limiti mentalicome quelli della discriminazione femminile o la radicalizzazione.
Questi sono temi, che si capisce, le stiano particolarmente a cuore non solo per il trascorso di Valeria ma anche per le dinamiche che si trova ad affrontare sul lavoro.
Sono molte le iniziative che nomina e che portano il nome della figlia e hanno tutti un comun denominatore cioè il cercare di abbattere il muro della discriminazione femminile e della violenza sulle donne che è presente in Europa e nel mondo.
Terminata la tavola rotonda la parola viene data ai vincitori del concorso che hanno spiegato i temi su cui vergevano le loro tesi che si dividevano in tesi istituzionali, di politiche pubbliche business oriented.
L’elaborato di Matilde Crisi, studentessa de La Sapienza di Roma, è stata nominata vincitrice. Matilde ha trattato come a livello locale l’introduzione delle quote rosa sia stata fondamentale per ridurre il disequilibrio di genere nelle amministrazioni comunali.
La studentessa fa un’osservazione particolare in cui sottolinea come l’introduzione delle quote rosa sia si importante ma di quanto si debba ancora lavorare sulla cultura per poter far in modo che non debbano essere imposte per garantire la presenza femminile nella vita politica o in generale nelle posizioni di potere.
Le tesi che seguono erano tese ad analizzare il tema delle disuguaglianze mettendole a confronto tra varie nazioni europee e l’orientamento del business in questo senso.
Ascoltando tutte le discussioni emerge come un lavoro di analisi vada a sostegno di come la presenza femminile nei vari ambiti di potere possa migliorare le prestazioni rispetto a una estione strettamente maschile.
Emerge quindi il concetto di Pink business. Il pink business è il fenomeno per cui si afferma che l’imprenditoria femminile porti a miglioramenti in termini manageriali e di come la presenza delle donne come CEO o nei cda delle imprese cambi l’andamento delle stesse che in situazioni critiche tendono al miglioramento.
Tra gli ultimi interventi troviamo una figura rilevante rispetto al contesto, si tratta di Cristina Tajani, Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano.
Con la sua presenza l’assessore tiene a far capire come anche il comune di Milano sia vicino a temi come quello trattato oggi. La Tajani spiega come in questa città metropolitana siano già presenti politiche pubbliche che hanno il fine di promuovere l’equità di genere e per il miglioramento delle organizzazioni sociali.
Viene spiegato come a Milano il tasso di occupazione feminile sia al 70%, migliore del tasso nazionale ed europeo; ma di come dietro questi dati si nascondano comunque fenoeni di gender gay, pay gap, di come molte volte il part time non sia una scelta volontaria ma è un’imposizione. Una nota finale viene fatta per ricordare che dietro l’apparenza di un dato positivo rimanga comunque tanto lavoro da fare.
Sergio Mattarella inaugura l'Anno Accademico a Parma
di Erica Lo Verso e Nunzio Salvatore Minissale
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Sostenere l'utopia è un dovere morale.
Giornata di grande emozione venerdì 29 novembre a Parma, dove una platea di autorità, docenti, studenti e semplici cittadini si è riunita presso l’Auditorium Paganini per celebrare, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’inizio dell’Anno Accademico.
Era dal giugno 2018 che Parma non ospitava la più Alta Carica dello Stato: comprensibile quindi la massiccia risposta della città, con i posti disponibili in platea esauriti in pochissime ore. L’attesa per l’ingresso del Capo di Stato si è sciolta in uno scrosciante applauso da parte degli 800 presenti, mentre il PdR veniva accolto al proprio arrivo dal sindaco Pizzarotti, dal Presidente della Regione Bonaccini e da quello della provincia Rossi.
Ripercorriamo passo dopo passo i momenti salienti della giornata: dopo la proiezione di immagini legate a varie esperienze di cui è stato protagonista l’Ateneo, la Cerimonia è iniziata ufficialmente con la consegna della Mazza Rettorale dell’Università di Parma da parte di Edoardo Scotti (giovane matricola di Biologia e campione europeo under 20 dei 400 metri piani); si sono poi susseguiti - intervallati dai canti del Coro Universitario “Ildebrando Pizzetti” (diretto dal maestro Ilaria Boldi) - l’ingresso del Corteo Accademico, dove erano presenti rappresentanti di diversi Atenei, e quello degli ospiti principali della giornata: Yuri Ferrari (Presidente del Consiglio degli Studenti), Rita Ollà (Presidente del Consiglio del Personale tecnico-amministrativo), Enrico Giovannini (Professore ordinario di Statistica Economica e Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). In ultimo, l’ingresso del Magnifico Rettore Paolo Andrei ha preceduto di qualche istante quello dell’ospite più atteso, prima che la cerimonia cominciasse con l’esecuzione dell’Inno di Mameli.
Il tema principale della giornata ha senz’altro riguardato la sostenibilità ambientale, ma, durante la Cerimonia, non sono mancati i riferimenti all’importante ruolo dell’Ateneo nel contesto socio-economico territoriale e nazionale. In particolare, il Presidente della Provincia Diego Rossi e il sindaco Federico Pizzarotti hanno sottolineato da una parte i punti di forza del territorio riguardanti la presenza di alcuni settori produttivi trainanti e l’attrattività dell’Università, dall’altra la necessità di integrare il tema della sostenibilità in ogni ambito. Il Presidente regionale Stefano Bonaccini ha dato forza a questi aspetti riportando dati significativi (ad esempio l’aumento del 30% delle iscrizioni nelle quattro Università emiliane) e indicando i tre pilastri per la crescita sostenibile: manifatture, turismo e cultura. Ultimo (ma non meno importante) punto evidenziato riguarda l’importanza del tema dell’innovazione tecnologica, digitale e robotica.
Nel proprio intervento, il Rettore Paolo Andrei si è interamente focalizzato sulla questione dello sviluppo sostenibile nel contesto di Ateneo "Non è un caso - ha spiegato - che proprio la sostenibilità sia il tema cardine scelto per quest'anno, dal momento che in questa direzione l'ateneo sta facendo passi importanti. Per la prima volta nel Piano strategico di ateneo 2020-2022 è stata dedicata un'intera area strategica trasversale allo sviluppo sostenibile, e per la prima volta è stato realizzato un rapporto di sostenibilità dell'ateneo di Parma, base di partenza per una nuova politica di azioni e di sviluppo sostenibile di tutta la comunità accademica, che sarà presentato a inizio dicembre in aula Magna". Questi risultati sono stati ottenuti basandosi su altri tre pilastri interdipendenti: centralità degli Studenti, rafforzamento del capitale umano e interazione con la Società. La Commissione Esperti di Valutazione Anvur nel 2019 ha collocato l’Università di Parma nella Fascia A e col punteggio più alto a livello nazionale, per cui il Rettore ha commentato tale risultato evidenziando due elementi di grande soddisfazione: “la passione e l’impegno di tutti coloro che hanno lavorato per il conseguimento di questo risultato” da un lato, e “l’apprezzamento dei valutatori per un’Università ricca di saperi diversi, che trova nella complessità non un limite ma una ricchezza” dall’altro.
In seguito, si sono avvicendati sul palco il Presidente del Consiglio degli Studenti Yuri Ferrari e il Presidente del Consiglio del Personale tecnico-amministrativo Rita Ollà: il primo è stato portavoce di numerosi spunti di riflessione per la politica nazionale, affrontando il tema della centralità del diritto allo studio, le varie criticità che ancora oggi molti universitari, specialmente fuori sede, sono costretti ad affrontare, la necessità di una proficua collaborazione che permetta il continuo sviluppo e progresso dell’Ateneo, augurando infine agli studenti di “vivere l’Università come una seconda casa, non solo come luogo di impegno [...] ma anche come il luogo dove poter coltivare le passioni e vivere momenti indimenticabili”; la seconda ha rivendicato con orgoglio il risultato raggiunto dall’Università in seguito alla valutazione Anvur, reso possibile anche grazie al lavoro dell’organo che rappresenta, che ogni giorno con passione e impegno permette di svolgere le attività principali di didattica, ricerca e terza missione e di veicolare anche esternamente la cultura, contribuendo così all’accrescimento della società. Ha dichiarato inoltre che gli organi dell’Ateneo sono pronti a raccogliere la nuova sfida della sostenibilità diventando protagonisti attivi del cambiamento, relativamente all’uso consapevole e sostenibile di acqua ed energia, mobilità e gestione responsabile dei rifiuti. Infine ha sollevato al Presidente la necessità di rafforzare le normative attuali.
Come da programma, la proclusione è stata affidata al Professor Enrico Giovannini, che è intervenuto sul tema “Salvare il pianeta e salvare l’umanità. Utopia o dovere morale?”: dopo una lucida analisi storica sugli “errori” commessi dalla Società moderna, che ha impattato sull’ambiente in maniera devastante, il Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha lanciato il proprio appello: “Gli esperti chiamano questo periodo “l’antropocene”, ovvero la prima era geologica le cui condizioni sono determinate dall’uomo”; per il futuro, secondo Giovannini, ci sono dunque 4 alternative: credere che il modello di oggi possa ancora funzionare (sbagliando), cercare di accumulare ricchezze “per permettersi un bunker in nuova zelanda” (una palese provocazione), credere a una visione “retrotopica” dove, a parere dell’esperto “torniamo al passato, ai muri, alle divisioni” o infine credere e agire per una visione “utopica”, sostenibile, “come le nuove generazioni ci chiedono di fare”. Quale progresso vogliamo? sta a noi sceglierlo. Il principio di base dello sviluppo sostenibile è l’integrazione. Bisogna essere etici, che non significa buoni, ma razionali, per riuscire a definire comportamenti giusti, leciti. Disponiamo di un’etica dello sviluppo sostenibile? Stiamo veramente dando a tutti pari opportunità, come auspicato dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile? Con queste due questioni, Giovannini conclude il suo accorato intervento: "Proponiamo di inserire in Costituzione proprio il principio dello sviluppo sostenibile come giustizia tra generazioni. Non è una questione dell'ambiente che è già coperto dall'articolo 9, ma è qualcosa che garantisce le nuove generazioni dai danni e dagli errori come quelli che continuiamo a fare anche in questi giorni".
La prima risposta ai quesiti lanciati è arrivata, inevitabilmente, dal Capo di Stato. Salito sul palco per un breve intervento non programmato, Mattarella ha sottolineato "l'importanza degli obiettivi fissati dall'Agenda 2030 dell'Onu e l'importanza dell'obiettivo che si è data la nuova Commissione dell'Ue con l'intendimento dichiarato di fare dell'UE per il 2050 una realtà neutra dal punto di vista ambientale, una realtà che non contribuisca più in alcuna misura anche minima all'inquinamento del globo. È un obiettivo impegnativo, non semplice ma possibile, da sostenere in ogni modo". Prima di lasciare la sala tra gli applausi, il Presidente ha invitato a seguire la strada dell’utopia, poiché "tra utopia e dovere morale c'è una strettissima connessione". Ha inoltre rivolto un augurio a tutta la città, ribadendo come l’inaugurazione fosse "l'anticipazione di quello che fra poco più di un mese Parma vivrà come capitale italiana della Cultura, appuntamento che vedrà l'ateneo ricoprire un ruolo centrale". Il Capo di Stato tornerà infatti a Parma a gennaio 2020 per dare il via ufficiale all'anno della città come capitale italiana della cultura.
Al termine dell’evento, il PdR ha ricevuto l’affetto di alcune classi elementari, che lo hanno accolto all’uscita dall’Auditorium con striscioni, cartelloni e bandiere tricolore. Soddisfatto il sindaco Pizzarotti: ”Mattarella ritornerà ancora a Parma, è un bel riconoscimento per la città. Si tratta di un’istituzione molto vicina ai sindaci, questo ci fa piacere. La città ha risposto benissimo, sono convinto che il 12 gennaio sarà un altro momento memorabile.”