di Michela Castenetti
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Valeria Solesin era una ragazza piena di vita, appassionata a questioni politiche e dedita agli altri. Alla sua memoria sono stati dedicati tanti concorsi e premi, iniziative ed eventi.

Tra questi c’è il concorso a lei intitolato e promosso dal Forum della Meritorazia e Allianz Partners che premia tesi di tipo magistrale in materie di STEM, ingegneria, scienze della formazione e psicologia.

Quest’anno il tema vergeva su “Il talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell’economia, dell’etica e della meritocrazia nel nostro Paese”.

Alla terza edizione 46 sono state le tesi ricevute e 12 quelle vincitrici, 11 ragazze e 1 ragazzo.

Premio Valeria Solesin - Milano

A dare il via all’evento il 27 novembre 2019 presso la “Microsoft House” a Milano è stata Annamaria Bottero, Constumer Succes Director di Microsoft Italia che ha dedicato parte del suo discorso a trattare il tema del concorso dal punto di vista di Microsoft, di come questo sia rilevante e stia a cuore all’azienda.

È evidente l’impegno che anche grandi aziende come questa mettono in politiche di conciliazione e di smart working che permettano ai loro dipendenti di poter lavorare da qualsiasi luogo in cui essi si trovino che siano in sede, dai clienti o da casa. L’introduzione di politiche di conciliazione ha fatto si che anche la presenza in azienda di donne incinte sia aumentata, fermo restante il continuum al lavoro, perciò si percepisce la collaborazione da ambe le parti.

A sostenere il discorso della Constumer Success Director ci ha pensato Renata Semenza, sociologa dei processi economici e del lavoro.

La sociologa fa un appunto particolare spiegando come anche le tesi candidate fossero incentrate su temi prevalenti come l’analisi delle politiche che favoriscono l’equilibrio tra lavoro e famiglia, la parità di genere nella vita politica in Italia e di come la leadership femminile anche nei board aziendali possa portare a dei risultati più efficaci rispetto a una leadership prettamente maschile.

Il terzo intervento durante la tavola rotonda è stato quello di Paola Corna Pellegrini, CEO di Allianz Partners e del Forum della Meritocrazia che ha affrontato un problema che potrebbe trovaresi sul lungo termine che è quello di dover affrontare le nuove tecnologie, quali l’intelligenza artificiale con un bias maschile. Questa situazione, specifica la Pellegrini, porterebbe a dover affidarsi a tecnologi con una forte impronta maschile che pre-giudicherebbe la neutralizzazione e quindi porterebbe a una restrizione della visione favorendo solo quella maschile.

L’esempio che porta per far capire al pubblico di cosa parla è la possibile nomina del CEO di un’azienda che nel caso sopra citato potrebbe cadere su un uomo, bianco, sulla cinquantina.

Esponenti del premio

L’obiettivo, continua, è quello di riuscire a prevenire questo avvenirsi e favorire visioni come quella psicologia, sociologia e di competenze socio-umanistiche che possano aprire le porte a uomini e donne indistintamente.

L’ultimo intervento prima della presa di parola dei neo-dottori è di Luciana Miliani, mamma di Valeria Solesin e insegnante.

Con un discorso toccante Luciana Miliani esorta i giovani presenti a credere un sé stessi e a non porti limiti mentalicome quelli della discriminazione femminile o la radicalizzazione.

Questi sono temi, che si capisce, le stiano particolarmente a cuore non solo per il trascorso di Valeria ma anche per le dinamiche che si trova ad affrontare sul lavoro.

Sono molte le iniziative che nomina e che portano il nome della figlia e hanno tutti un comun denominatore cioè il cercare di abbattere il muro della discriminazione femminile e della violenza sulle donne che è presente in Europa e nel mondo.

Terminata la tavola rotonda la parola viene data ai vincitori del concorso che hanno spiegato i temi su cui vergevano le loro tesi che si dividevano in tesi istituzionali, di politiche pubbliche  business oriented.

L’elaborato di Matilde Crisi, studentessa de La Sapienza di Roma, è stata nominata vincitrice. Matilde ha trattato come a livello locale l’introduzione delle quote rosa sia stata fondamentale per ridurre il disequilibrio di genere nelle amministrazioni comunali.

Gruppo Valeria Solesin con delle studentesse

La studentessa fa un’osservazione particolare in cui sottolinea come l’introduzione delle quote rosa sia si importante ma di quanto si debba ancora lavorare sulla cultura per poter far in modo che non debbano essere imposte per garantire la presenza femminile nella vita politica o in generale nelle posizioni di potere.

Le tesi che seguono erano tese ad analizzare il tema delle disuguaglianze mettendole a confronto tra varie nazioni europee e l’orientamento del business in questo senso.

Ascoltando tutte le discussioni emerge come un lavoro di analisi vada a sostegno di come la presenza femminile nei vari ambiti di potere possa migliorare le prestazioni rispetto a una estione strettamente maschile.

Emerge quindi il concetto di Pink business. Il pink business è il fenomeno per cui si afferma che l’imprenditoria femminile porti a miglioramenti in termini manageriali e di come la presenza delle donne come CEO o nei cda delle imprese cambi l’andamento delle stesse che in situazioni critiche tendono al miglioramento.

Premio Valeria Solesin

Tra gli ultimi interventi troviamo una figura rilevante rispetto al contesto, si tratta di Cristina Tajani, Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano.

Con la sua presenza l’assessore tiene a far capire come anche il comune di Milano sia vicino a temi come quello trattato oggi. La Tajani spiega come in questa città metropolitana siano già presenti politiche pubbliche che hanno il fine di promuovere l’equità di genere e per il miglioramento delle organizzazioni sociali.

Viene spiegato come a Milano il tasso di occupazione feminile sia al 70%, migliore del tasso nazionale ed europeo; ma di come dietro questi dati si nascondano comunque fenoeni di  gender gay, pay gap, di come molte volte il part time non sia una scelta volontaria ma è un’imposizione. Una nota finale viene fatta per ricordare che dietro l’apparenza di un dato positivo rimanga comunque tanto lavoro da fare.