1. IL FUTURO E’ IN STREAMING
di Federica Montalbano
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Vi ricordate quando nel lontano 2007 la Wind offriva 4000 sms per 2 € al mese? Se sei del sud e a quell’epoca ti aprivi al mondo della telefonia mobile, in questo momento starai sorridendo pensando a tutti i messaggi che inviavi ai tuoi amici abbreviando con “XD” e “tvtttttb”. Per gli amici del nord invece la compagnia telefonica che dominava il mercato era la Vodafone con l’opzione Infinity o la Tim Young. La particolarità di queste offerte era che per poter usufruire di questi vantaggi tutti i tuoi amici dovevano avere la tua stessa compagnia telefonica, così al sud dominava la Wind e al nord la Vodafone. Se non eri Wind nel meridione eri uno sfigato isolato dal resto del mondo, viceversa se non eri abbonato con la Vodafone al settentrione non eri nessuno. L’Italia è sempre stata spaccata a metà per la cultura, le tradizioni e a quanto pare anche per la compagnia telefonica prediletta. Adesso quanti di noi utilizzano i vecchi e cari sms? I nativi digitali conoscono solo WhatsApp o Telegram e senza i nostri GB ci sentiamo persi. Così, fra qualche anno, noi ricorderemo con un po’ di malinconia quando ci sedevamo davanti la tv e guardavamo tutte le innumerevoli pubblicità di un film in prima visione.
Dopo l’arrivo di Netflix, i millennials e la nuova generazione Z, non fanno altro che guardare serie tv e film prodotti e distribuiti dal colosso dello streaming. Perché se nel 2007 eri fuori dal mondo se non avevi l’abbonamento per gli sms, nel 2019 sei fuori dal mondo se non hai l’abbonamento Netflix. Per tutta l’estate non si è fatto altro che parlare delle ultime stagioni cult prodotte dal colosso americano dello streaming: Stranger Things, La casa di Carta, Dark e qualche giorno fa è stata annunciata l’uscita del film “El Camino” tratto dalla serie cult Breaking Bad. Da almeno dieci anni il settore della distribuzione video in streaming on demand ha avuto una crescita repentina, tanto da essere considerato uno dei mercati con la crescita più rapida della storia dell’intrattenimento. Se prima venivamo intrattenuti da spettacoli televisivi, film e serie tv da una puntata a settimana, adesso invece abbiamo tutti i film che vogliamo, quando e dove ci viene più comodo e non dobbiamo aspettare una settimana per vedere la puntata della serie che stiamo seguendo. Amazon, il colosso dell’e-commerce, non è rimasto fuori da questo mercato e ha lanciato il servizio Amazon Prime Video. Questo servizio raccoglie oltre cento milioni di utenti derivanti dagli abbonamenti Amazon Prime.
Il mercato dello streaming on demand non gode di concorrenza perfetta e si fa a gara a chi ha il prezzo più basso e a chi riesce ad accaparrarsi la fetta maggiore della torta degli innumerevoli clienti ormai stufi di essere interrotti dalla pubblicità mentre si stanno rilassando sul loro divano al termine di una giornata stressante. Il colosso di Cupertino non è rimasto a guardare i mutamenti che il settore dell’intrattenimento sta effettuando e si prepara a scendere in campo.
Da quanto riportato dal Financial Times, Apple, avrebbe deciso di creare una nuova piattaforma video in cui lanciare i contenuti originali prodotti da loro alla modica cifra di 6 miliardi di dollari. Agli albori di questa idea, Apple avrebbe dovuto investire 1 miliardo per i contenuti della nuova piattaforma, l’aumento dell’investimento presume che il colosso di Cupertino guidato da Tim Cook, voglia imporsi nel breve tempo nel mercato dello streaming come protagonista. La prima serie originale prodotta per la nuova piattaforma, “The Morning Show”, vedrà come protagonisti Jennifer Aniston, Reese Witherspoon e Steve Carell; secondo il Financial Times è già costata diverse centinaia di migliaia di dollari alla Apple. Per un singolo episodio di questo show, la società avrebbe messo a disposizione più di quanto pagato da Hbo per ogni puntata del Trono di Spade. Un investimento importante quello della Apple, che punta a conquistare anche il mercato dello streaming on demand, offrendo sempre più servizi ai suoi clienti. La piattaforma di streaming della Apple dovrebbe debuttare negli Stati Uniti ad un costo di 9,99 dollari al mese e il lancio dovrebbe avvenire nei prossimi due mesi. Il tutto due mesi prima del lancio della piattaforma streaming della Disney prevista per il 12 novembre in tutto il Nord America al costo di 6,99 dollari al mese.
Ebbene sì, anche la Disney si lancia in questo nuovo mercato dello streaming giocando sull’emotività dei suoi consumatori nel poter rivivere i bei momenti dell’infanzia con i propri cartoni preferiti o, anche grazie all’acquisizione della Fox, nel rivivere le avventure degli eroi della Marvel. Disney+ dopo la sua presentazione il 12 novembre, sarà disponibile da subito negli Stati Uniti, Canada e Olanda. The Walt Disney Company più che sul prezzo, fa leva sulla library che oltre ai contenuti storici della casa d’animazione cinematografica, conta anche i film della Marvel, della Pixar, Star Wars di cui controlla i diritti e i documentari di National Geographic. Il lancio della piattaforma in Nuova Zelanda e Australia avverrà il 19 novembre, mentre in Italia dovremo aspettare ancora un altro po’. La pagina italiana di Disney+, ha invitato i clienti ad iscriversi alla loro newsletter per restare aggiornati sul lancio della nuova piattaforma streaming prevista per il 2020.
Dal lancio di Netflix ad oggi, è cambiato il modo di intrattenerci davanti alla tv e di gustarci i film in compagnia. I consumatori richiedono servizi e non vogliono perdere tempo davanti alle pubblicità su cui spesso abbassiamo il volume della tv. Le aziende si sono dovute adattare e sulla scia del colosso americano dello streaming, anche gli altri partono alla conquista di questo nuovo mercato. Chi sarà il Re indiscusso di questo settore di business? Resterà Netflix a dominare la scena come la Nutella con i suoi competitor o si farà spodestare dagli altri che puntano sull’emotività dei propri clienti? Perché alla fine, ciò che spinge i consumatori all’acquisto è l’emozione di vivere momenti magici o di rivivere momenti che fanno riaffiorare in noi la nostra giovinezza. Quanti alla vista del remake del Re Leone al cinema non sono tornati indietro negli anni e si sarebbero messi a cantare noncuranti delle persone intorno a sé? Dal 2020 potremo tranquillamente cantare a casa tutte le canzoni che ci hanno sempre accompagnato al prezzo di 6,99 dollari al mese.