2. Uniti, ma a distanza di sicurezza
di Maria Ottone
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In questi giorni non si sente parlare di altro, di un mostro invisibile che ci tiene lontani, che non ci fa respirare aria fresca e pulita senza protezioni, non si vede ma limita tutte le cose che fino a qualche settimana fa ritenevamo “normali”.
Ma oltre a pensare che #andràtuttobene c’è qualcuno che scende in campo per far andare tutto nel verso giusto e per aiutarci a liberarci di questo mostro.
Le storie di solidarietà di cui sentiamo parlare in questi giorni sono infinite, un libro non basterebbe a descriverle tutte, ma possiamo partire da un bene, definito trascurabile da noi stessi fino a poco fa, che oggi è diventato essenziale: il gel disinfettante per mani.
Allora per raccontarvi di questa storia di solidarietà dobbiamo partire dalle origini.
L’acronimo LVMH sta per “MoëtHennessy Louis Vuitton“, è una multinazionale francese del lusso con sede a Parigi, nata nel 1987 dalla fusione di due società (Louis Vuitton e MoëtHennessy).
È proprietaria di circa 75 famosi marchi di moda, tra cui Dior, Bulgari, Fendi, Céline, Givenchy e Kenzo, ma anche di brand di profumi e cosmetici, come Acqua di Parma, Sephora, Guerlain e le stesse Dior e Givenchy.
Ma vi starete chiedendo cosa c’èntra il lusso al tempo del Coronavirus, ebbene non sono di certo i beni di lusso a scarseggiare, ma come abbiamo già detto il famoso gel disinfettante per le mani, che è diventato introvabile e costoso, ormai considerato quasi di lusso, infatti ha subito un aumento di prezzo oltre qualsiasi immaginario. Per questo motivo, in Francia LVMH, ha deciso di riconvertire i propri laboratori di profumi e cosmetici.
Attualmente, le famose fabbriche di Dior, Givenchy e Guerlain sono impegnate nella produzione di dodici tonnellate di disinfettante, e ne produrranno fino a cessata emergenza.
Ovviamente si tratta di un’azione benefica, senza scopo di lucro, il gel verrà distribuito gratuitamente alle strutture sanitarie che ne necessiteranno. Non è la prima volta che LVMH aiuta la Francia. Un anno fa donò 200 milioni per la ricostruzione di Notre-Dame, dopo il devastante incendio che vide protagonista la cattedrale.
Ma noi siamo in Italia, e vi starete chiedendo cosa stanno facendo gli italiani?
Gli italiani non sanno di certo stare a guardare. Sono tante le aziende che hanno riconvertito la loro produzione per produrre gli odierni beni necessari per salvaguardare la salute pubblica.
Una nota azienda del settore beauty, Davines, con sede a Parma, ha dato avvio alla produzione di un gel disinfettante per mani, non chiamandolo disinfettante, ma bensì Gel del Buon Auspicio, la produzione consiste in circa 500.000 unità già donate alle realtà maggiormente bisognose del territorio di Parma e Provincia.
Angelini invece, il famoso produttore dell’Amuchina, ha dichiarato di aver aumentato la produzione del celebre, ma anche di tutti quelli per la pulizia della casa.
Julian Bedel, fondatore del marchio di profumeria di nicchia Fueguia, ha presentato Valle della Luna, un disinfettante che sarà distribuito presto agli ospedali di Milano.
Tra gli ultimi contributi c’è anche quello di Cristina Fogazzi, L’Estetista Cinica: la star del web bresciana ha donato all’ospedale della sua città 500 disinfettanti mani di Biogei, della sua linea VeraLab.
Tutte le sue followers riceveranno in omaggio il gel #andràtuttobene per ogni ordine sull’e-commerce VeraLab.
Questa situazione coinvolge tutti, senza distinzioni. Tutti coloro che possono, compresi i settori della moda e del lusso, stanno contribuendo alla battaglia contro il Coronavirus.
E anche in Italia si sono mobilitate molte aziende della moda. Attraverso una riconversione industriale, il gruppo piemontese Miroglio, storica azienda tessile di Alba, ha annunciato attraverso una dichiarazione ufficiale di essere in grado di produrre 75mila mascherine in cotone idrorepellente al giorno.
Il gruppo Armani, sotto la guida di Giorgio Armani ha comunicato in una nota la conversione di tutti i propri stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il Coronavirus.
Siamo tutti spaventati, è vero, non conosciamo il nostro nemico, ma possiamo con certezza dire che conosciamo i nostri amici, e tutti questi aiuti, come se piovessero, ci fanno sentire tutti più uniti. Oltre alla parte brutta di questa storia forse un giorno riusciremo ad apprezzare chi ha dimostrato di esserci, riuscendo a starci vicino ma a distanza di sicurezza.