1. Gennaio moda e beauty: tra innovazioni e sostenibilità

di Laura Marina Popa
Tempo di lettura: 5 minuti

Gennaio moda e beauty: tra innovazioni e sostenibilità

Il 2020 è stato un anno difficile per il settore moda, dalle sfilate online alle enormi perdite di molte aziende. Ma il nuovo anno non rappresenta buoni propositi solo per noi, ma anche per i più grandi gruppi che ora più che mai stanno riconoscendo l’importanza di investire in sostenibilità e ambiente!

Skincare e beauty: rivoluzione in corso

Partiamo dal mondo beauty e skincare: nel 2020 abbiamo assistito ad un cambiamento nel packaging. I brand hanno preso a cuore la questione ambientale ricercando imballaggi ecologici e planet-friendly. e si stanno sempre più impegnando nella creazione di cicli produttivi sostenibili.

Davines, Lush ed Estetista Cinica

Davines, è stata premiata negli scorsi anni per aver ridotto del 40% il peso del contenitore da 5 litri di shampoo e conditioner della loro linea Essential. Nel 2016 ha vinto l’Oscar dell’Imballaggio per un traguardo simile e nel 2017 ha introdotto nei propri imballaggi l’impiego di 100% PET riciclato post-consumo.

E dopo oltre quattro anni di ricerca e diverse formulazioni ha creato A Single Shampoo, espressione di sostenibilità dal punto di vista degli ingredienti, del packaging e del trasporto.

Lo scopo è creare un ciclo formulativo in cui ogni aspetto è rispettoso dell’ambiente e l’azienda compensa anche il 100% di anidride carbonica emessa durante l’intero ciclo di vita del prodotto. 

Per ulteriori approfondimenti su Davines clicca qui

Moda e beauty: innovazioni e sostenibilità

Come non nominare anche Lush, il cui impegno per un mondo più green dura da anni: gli iconici vasetti neri del brand, infatti, sono realizzati in polipropilene, un materiale versatile e duraturo, ma soprattutto riciclabile.

Infatti oltre a poterli riutilizzare a casa possono essere riportati in negozio e da lì vengono spediti al Green HUB in Croazia e successivamente vengono trasformati in granuli di plastica e successivamente in nuovi vasetti.

Non dimentichiamoci di Veralab – L’Estetista Cinica- che permette alle sue fagiane (modo in cui Cristina Fogazzi chiama le sue follower e clienti) di restituire i contenitori dei suoi prodotti nello store di Milano. Modalità intelligente che consente di riciclare i barattoli e contenitori per crearne sempre di nuovi. L’Estetisca Cinica oltre ad essere una grandissima imprenditrice a livello italiano si mostra sempre come attenta all’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili, sicuramente una personaggio da tenere d’occhio all’interno del panorama beauty italiano.

La beauty tech era: un mix di innovazione e bellezza

Ma a quanto pare le novità non si fermano solamente al mondo del pack ma l’innovazione si sta espandendo anche nei prodotti stessi, dando vita alla “Beauty Tech era”.

Prima di passare a raccontarvi la rivoluzione di l’Oréal facciamo il punto del panorama beauty tech con alcuni dei prodotti innovati usciti sul mercato negli ultimi anni.  

A fare da fanalino di partenza di questa rivoluzione troviamo il Luna Foto, la spazzola per la pulizia del viso targata Foreo che attraverso l’utilizzo del bluetooth e l’apposita applicazione effettua uno screening della pelle e suggerisce il trattamento skincare personalizzato.

A seguire troviamo Shiseido, che per approdare in questo mercato ha acquisito Giaran e MatchCo, due startup specializzate in AI, con cui ha sviluppato un nuovo dispositivo sfruttando il medesimo meccanismo selfie consiglia i prodotti adatti all’utente.

Ed ultimo ma non per importanza vediamo Mink, brand meno conosciuto nel panorama italiano ma che nello scorso autunno ha lanciato sul mercato la stampante 3D per il trucco. Attraverso l’importazione di una foto e l’uso dell’app e wifi, è possibile in pochi step stampare ed indossare il make up scelto.
Mink ha la capacità di stampare 16,7 milioni di  colori differenti, ovviamente tutto a norma di legge secondo la guida della FDA per il cosmetici. Il costo? 395$, insomma milioni di palette, fondotinta, blush al modicissimo prezzo di 400€

L’Oréal, il nuovo rossetto intelligente

Una novità simile è stata realizzata da L’Oréal group che ha sfruttato l’intelligenza artificiale per la creazione del nuovo rossetto per chi è costantemente alla ricerca della tonalità giusta per le varie occasioni.
Yves Saint Laurent Rouge Sur Mesure è il rossetto che realizza su misura del consumer migliaia di sfumature del famigerato lipstick Velvet Cream Matte Finish di YSL in pochi click!

L’utente sarà in grado di formulare le sfumature utilizzando l’app (disponibile per iOS e Android) e indossare come se fosse un filtro la sfumatura di rossetto prima di applicarlo sulle labbra.
Il dispositivo sfrutta l’AI in tre modalità differenti:
– Wheel, selezionando la tonalità direttamente dalla color wheel (appunto ruota dei colori)
– Stylist, che permette di caricare una foto e abbinare la sfumatura che si adatta meglio
– Match, che “preleva” un colore inquadrato dalla fotocamera traformandolo in una tinta reale.

Il rossetto è formato da tre cartucce in grado di generare ogni volta una nuova miscela. Hanno creato 4 set di tonalità formate da 3 cartucce per accontentare ogni tipologia di cliente: Reds, Nudes, Pinks e Oranges. Le cartucce hanno un sistema, che tramite RFID, permette all’utente di verificare i consumi delle singole ed eseguire un nuovo ordine in caso di esaurimento. Il dispositivo si ricarica con USB-C e fornisce un’autonomia di circe una settimana.

Moda e beauty: innovazioni e sostenibilità
Moda e beauty: innovazioni e sostenibilità

Moda e beauty: innovazioni e sostenibilità

Rouge Sur Mesure sarà disponibile a 299 dollari già in primavera 2021 ma solo per alcuni utenti che parteciperanno al programma Beta Tester: ogni kit includerà due set di cartucce gratuiti a scelta. Il rilascio globale e su larga scala è previsto per la fine dell’anno ma attendiamo novità dal gruppo. Sinceramente? Idea innovativa e rivoluzionaria che permetterà di ridurre l’acquisto di numerosi rossetti e quindi permetterà una riduzione di packaging e plastica e tanto altro.. Ma in un momento come questo in cui indossiamo mascherine h24 sarà il prodotto adatto al mercato? Speriamo che tonalità siano almeno matte (per chi non conosce questo termine si intendono rossetti che non traferiscono il colore ma che si asciugano sulle labbra senza sbavarsi)!

Gennaio 2021, Vogue Italia dedica un intero numero e 7 copertine agli animali.

Il direttore della più famosa rivista di moda esistente spiega “Quest’anno abbiamo voluto che fossero gli animali a prendere in prestito il nostro spazio fisico e digitale per costringerci a riportare all’attenzione sulla dimensione naturale sull’emergenza ambientale che il dramma della pandemia non ha certo reso meno urgente, e su quello che ci ha insegnato l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle: che il mondo non gira attorno agli uomini.”

Nell’issue di gennaio ci si concentra sul rapporto tra animali e industria della moda, la cui connessione è diretta in quanto uno dipende dall’altra. Infatti si pone molta attenzione al tema delle materie prime e sulla ricerca, necessaria, di nuovi materiali alternativi.
Gennaio moda e beauty: tra innovazioni e sostenibilità
E’ proprio in questo contesto che Vogue Italia e WWF Italia hanno annunciato una media partnership che durerà tutto l’anno, con l’unico scopo di diffondere consapevolezza sulla conservazione dell’habitat, della natura e delle specie in pericolo.

Moda e beauty: innovazioni e sostenibilità
Moda e beauty: innovazioni e sostenibilità

Prada lancia un programma di inclusione sociale con The Valuable 500

Prada è il primo luxury group nel settore moda ad aderire a The Valuable 500, la coalizione internazionale che si pone come obiettivo trasformare l’organizzazione aziendale a beneficio delle persone affette da disabilità. La famosa maison con questa azione riconosce il valore delle persone disabili e si impegna ad inserire nella propria agenda progetti dedicati all’inclusione e alla sostenibilità.

L’azienda sta attualmente esplorando varie possibilità per definire un programma di attività nel lungo termine, che prenderà avvio con l’impegno di assumere persone affette da trisomia 21 (sindrome di Down), all’interno della propria rete retail in Italia.

Speriamo che anche le altre maison prendano esempio da Prada creando una realtà sempre più inclusiva.

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Kering s’impegna per un’agricoltura rigenerativa lanciando Regenerative Fund for Nature

Il colosso francese del lusso Kering (gruppo internazionale che possiede marchi come Gucci, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta, Boucheron, Brioni, Pomellato)  e l’organizzazione statunitense senza scopo di lucro Conservation International, che si occupa di preservare la biodiversità globale di piante, animali e paesaggi, hanno ufficialmente lanciato il “Regenerative Fund for Nature” (“Fondo rigenerativo per la natura”) allo scopo di trasformare 1 milione di ettari di fattorie e paesaggi che producono materie prime nelle filiere della moda in agricoltura rigenerativa* nei prossimi cinque anni.

* sistema colturale che curi l’arricchimento del suolo utilizzato, per esempio: attraverso l’uso di fertilizzanti biologici, l’eliminazione di pesticidi chimici, la rotazione delle colture e l’unione di diverse colture in un unico terreno. Il risultato è un suolo ricco, capace di assorbire più acqua e di promuovere la preziosa biodiversità. 

L’iniziativa conferma la “soffiata” che era stata formulata lo scorso luglio, quando il gruppo aveva pubblicato per la prima volta la propria strategia dedicata alla biodiversità, preannunciando che sarebbe diventata un componente a tutti gli effetti della nuova strategia per uno sviluppo sostenibile.

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Il Regenerative Fund for Nature si occuperà di forniere sovvenzioni agli agricoltori, alle ONG e alle principali parti interessate che sono in prima linea nello sviluppo e nell’ampliamento del cambiamento sul campo delle coltivazioni agricole, in modo che questi adottino pratiche agricole rigenerative, portando a procedimenti che hanno lo scopo di riprisitinare la natura e mitigare i cambiamenti climatici.
 
Il progetto si compone di vari round di finanziamento, il primo è già aperto da fine gennaio alle richieste di sovvenzione, ma queste domande dovranno essere presentate entro e non oltre il 30 aprile. I progetti ammissibili si svolgeranno in uno (o più) dei 17 Paesi che sono stati identificati attraverso un’analisi scientifica della Conservation International (basata sull’importanza del materiale per le filiere della moda, la fattibilità dell’implementare progetti e i potenziali risultati positivi per la biodiversità di specie ed ecosistemi, clima e suolo) e si concentreranno su varie materie prime principali per il comparto del lusso: pelle, cotone, lana e cachemire.

“In sostanza, stiamo elargendo fondi a gruppi che possono innescare direttamente il cambiamento a livello di azienda agricola, trasferendo infine un milione di ettari a pratiche che lavorano in armonia con la natura”, ha affermato Marie-Claire Daveu, Chief Sustainability Officer e responsabile degli affari istituzionali internazionali di Kering, secondo la quale il lusso e la moda possono davvero supportare il “cambiamento e aiutare a trasformare l’agricoltura per raggiungere gli obiettivi climatici e arginare la perdita di biodiversità”.

L’impegno del gruppo è quello di proteggere la natura da cui dipende un enorme passo avanti per l’industria della moda e rappresenta un’enorme opportunità per questo settore per influenzare miliardi di persone e contribuire a ridefinire ciò che apprezziamo come consumatori di moda e beni di lusso.

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Gucci accelera sulla sostenibilità

 Gucci preme l’acceleratore sulla sostenibilità e con una nuova strategia per il clima, il Natural Climate Solutions Portfolio.

“Sono azioni precise per proteggere e rigenerare gli ecosistemi che mitigano il cambiamento climatico, garantendo al contempo la conservazione della biodiversità e benefici climatici per il futuro. Vogliamo essere parte della soluzione trasformando la natura da vittima a protagonista dei cambiamenti climatici per determinare il futuro del nostro pianeta” ha detto il ceo Marco Bizzarri

Nel 2019 la maison è diventata ‘carbon neutral‘: compensando tutte le emissioni di gas serra generate dalle sue attività e da quelle dell’intera supply chain (1,3 miliardi di tonnellate di Co2) supportando azioni a tutela di oltre un milione di ettari di foreste in Kenya e Zimbabwe e proteggendo dalla deforestazione 285.000 ettari in Honduras e circa 5.000 ettari di mangrovie. 

Ora il gruppo rilancia e oltre alla carbon neutrality investe in progetti legati al carbon farming (metodi agricoli che sequestrano il carbonio atmosferico nel suolo e nelle radici delle colture, nel legno e nelle foglie) e all’agricoltura rigenerativa. Ha finanziato dei produttori di lana in Patagonia per la conversione rigenerativa di oltre 1.800 ettari di praterie dedicate al pascolo e sta promuovendo la transizione dalle attuali pratiche agricole intensive basate sull’uso di prodotti chimici e monocolture che tradizionalmente forniscono le materie prime all’industria della moda, a sistemi agricoli in grado di nutrire e rafforzare il terreno piuttosto che sfruttarlo ed impoverirlo.

Sul fronte energia verde ha l’obiettivo di arrivare al 100% entro la fine del 2022; ha esteso i processi sostenibili come la concia metal free; vuole arrivare a un approvvigionamento sostenibile al 100% entro il 2025 e ha incrementato l’uso di materiali riciclati e rigenerati.

Il 2021 sembra aver risvegliato tutto il mondo luxury portandoli ad investire non solo in metodi alternativi, sostenibili e in campagne di sensibilizzazione ma sopratutto a far fronte alla richiesta dei consumatori sempre più attenti a ciò che indossano oltre a ciò che mangiano. 
Investimenti che non solo cambieranno l’andamento dei trend ma che pongono il futuro della terra al centro di ogni strategia. 

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