4. PENSAVATE MAI DI CAMMINARE SU UN ASFALTO FATTO DI PLASTICA?
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di Alessia Pizzuti
Nell’epoca in cui il consumatore è attratto da beni super funzionali e tecnologicamente avanzati la nuova sfida sta nell’inaspettato: si fa largo l’idea non solo di esibire automobili ecosostenibili quanto piuttosto nel “creare” strade con durata di vita più lunga, tempi di costruzione e manutenzione brevi e nel rispetto di standard ecosostenibili sempre più severi.
Questo è il punto di partenza di VolkerWessels per PlasticRoad.
L’azienda olandese, dapprima sostenitrice del più grande progetto di pulizia globale “the Ocean Cleanup”, ha infatti intuito che le migliaia di tonnellate di plastica provenienti dai mari potrebbero trovare nuova vita come plastica riciclata trasformando così il canonico rifiuto e adattandolo ad una nuova catena produttiva.
PlasticRoad si presenta come un fabbricato dotato di uno spazio vuoto interno che può essere utilizzato per vari scopi: per immagazzinare temporaneamente acqua durante precipitazioni estreme, per il transito di cavi e tubi evitando danni all’escavazione e numerose applicazioni ancora sperimentabili tra cui l’installazione di sensori o sistemi di ricarica elettrica per veicoli di ultima generazione. Tra le caratteristiche di maggiore di rilievo va segnalato anche il peso del materiale con cui il fabbricato stesso è assemblato, fino a quattro volte più leggero di quello che viene in genere utilizzato per rivestire i percorsi ciclabili. L’ innovazione più importante risiede nel fatto che il prodotto non è soggetto alla corrosione: la nuova struttura stradale gestisce temperature da -40° a +170° senza problemi, coinvolge i più disparati tipi di plastica che vengono categorizzati in differenti impianti produttivi, prevedendo una durata di vita triplicata.
I primi a credere in questa rivoluzione ecologica furono i Paesi Bassi.
A Rotterdam il primo caso di installazione dell’intero impianto che ha facilmente tenuto fede al buon proposito sulla riduzione del riscaldamento globale e, allo stesso tempo, ha rappresentato un buon punto di riferimento per i Paesi che si fanno promotori della stessa causa.
Ciò che ha maggiormente invogliato Paesi come UK a seguire il progetto, sono perlopiù vantaggi dal punto di vista operativo: le varie parti infatti possono essere prefabbricate nello stabilimento aziendale e, una volta pronti, portati sul luogo di posa; sono materiali leggeri il cui trasporto può essere fatto velocemente senza l’utilizzo di cantieri stradali permanenti che ostacolino il traffico automobilistico.
Il 14 febbraio 2019 il governo della città di Cilegon, in Indonesia, ha firmato per la costruzione di una strada lunga 10 km che possa essere da monito per una realtà più ampia in futuro, un piano significativo che rappresenta un buon punto di partenza per combattere le circa 3,22 milioni di tonnellate di plastica nei mari circostanti e le ingenti quantità disperse nei quattro maggiori fiumi indonesiani Brantas, Solo, Serayu e Progo, oggi tra i 20 fiumi più inquinati al mondo.
Questo caso aziendale mostra come il modello della Green Economy non sia più un concetto astratto ma piuttosto qualcosa che può essere applicato realmente intorno a ciascun cittadino globale.
Non mancano però pecche al sistema.
Nonostante sia noto il duplice approccio positivo della Green Economy sulla vita dell’uomo in termini di maggiore benessere e migliore qualità della vita e sulla tutela della biodiversità in termini di riduzione ai rischi ambientali, non è di così semplice applicazione. È importante infatti che progetti come PlasticRoad vengano promossi dalle autorità stesse attraverso cospicui investimenti iniziali ma che vengano congiuntamente supportati da coraggiose riforme politiche e veri e propri regolamenti istituzionali.
Il trend dell’ecosostenibilità è nato dalla critica nei confronti del modello di economia tradizionale che non ha tenuto conto dei danni ambientali che esso recava nel tempo, soprattutto nei settori come l’agricoltura, la pesca, il turismo, l’allevamento.
Nonostante le notevoli difficoltà economiche fronteggiate negli ultimi anni, l’Italia è riuscita ad affermarsi nella Green Economy e anche il consumatore italiano ha capito che è una filosofia di vita che fa bene tanto a sè stesso quanto all’ambiente. Ed è così che mentre si ridefiniscono nuovi progetti di vita, ci si attende un cambio anche delle strategie dell’offerta. Uno degli interrogativi che ci si pone adesso è se le istituzioni e le imprese siano in grado di dare ciò che le persone richiedono.