4. Comunicazione d’impresa
di Mariacristina Monello
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L’impresa ormai da anni è considerata un sistema “aperto” in quanto si trova ad interagire con l’ambiente, a comunicare con clienti, fornitori, investitori e così via…
Durante un seminario svolto la settimana scorsa, è stato effettuato un focus interessante sulla “comunicazione d’impresa”, ovvero un insieme di attività e interazioni attraverso cui l’azienda influenza atteggiamenti e comportamenti dei soggetti a cui si rivolge.
Ma cosa vuol dire “comunicare”?
Comunicare vuol dire “interessare e motivare chi ascolta”, favorendone la sua efficacia. Chi non è motivato parlerà senza impegno e senza curarsi del suo interlocutore, per questo motivo il requisito fondamentale è l’intelligenza emotiva, ovvero l’abilità di riconoscere le proprie reazioni emotive e quelle degli altri per riuscire a controllarle e indirizzarle a favore dei propri ed altrui obbiettivi. Dunque occorre affiancare ai pensieri le emozioni per decidere al meglio attraverso l’intelligenza emotiva!
Cosa significa avere “intelligenza emotiva”?
Sicuramente non vuol dire dare libero sfogo alle emozioni, anzi è necessario controllarle per esprimerle in modo appropriato con gli altri, in modo tale da perseguire insieme obiettivi comuni. Inoltre, l’intelligenza emotiva si apprende e continua a svilupparsi durante tutta la vita, man mano che impariamo dagli errori commessi, dall’esperienza.
Essa opera in sinergia con quella cognitiva, chi è capace di prestazioni eccellenti le possiede entrambe.
Elemento centrale dell’intelligenza emotiva: empatia
Esistono due tipologie di “empatia”, la prima è quella “cognitiva”, che consiste nel comprendere come gli altri vedono il mondo, e la seconda è quella “emotiva”, ovvero quella sensazione di come si sentono gli altri, provare le loro emozioni. Infine vi è la preoccupazione empatica, che ci porta a sintonizzarci e a fornire aiuto e supporto.
Non “sentire” ma “ascoltare”
Vi è una notevole differenza tra sentire una persona che parla e ascoltarla. Puoi sentire un ragazzo parlare dei suoi interessi, dei suoi problemi, ma significherebbe solo sentire la sua voce. Ascoltare invece, significa ascoltare veramente quello che una persona ha da dire, mostrando interesse e non interrompendo la conversazione. L’ascolto è il prerequisito fondamentale per una comunicazione efficace.
Comunicazione non verbale
Non esiste il contrario del verbo “comunicare”, questo perché si comunica sempre qualcosa, non solo in forma scritta o parlata, ma anche attraverso gesti, sguardi, espressioni del volto ecc… Questa è quella che chiamiamo “comunicazione non verbale”, molto più importante di quella verbale. È facile mentire con le parole, molto più difficile è farlo con lo sguardo!
Quali sono gli obiettivi della comunicazione per un’impresa?
Innanzitutto il miglioramento delle relazioni che un’azienda detiene con i soggetti interni ed esterni all’impresa, segue la diffusione della propria immagine, della propria identità, per generare consapevolezza di quel marchio nella mente del consumatore, e infine la creazione del valore d’impresa, ossia creare un valore che possa essere percepito dal cliente, differenziando la propria offerta. Il tipo di comunicazione rivolta ai clienti è definita “marketing communication”, destinata a generare brand awareness, migliorare il posizionamento, incrementare le vendite e aggredire le quote di mercato.
Comunicazione d’impresa