2. APPLE IN CADUTA LIBERA: I MOTIVI DEL CROLLO IN BORSA

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di Roberto Faraci

Anno dopo anno, il colosso americano di Cupertino ha scalato le classifiche, fatturando miliardi e miliardi di dollari, grazie a prodotti di qualità ma, soprattutto, di tendenza. Cosa è successo negli ultimi mesi? Che qualcosa non andasse per il verso giusto era prevedibile: nascondere i dati sulle vendite dei propri smartphone lascia trapelare che ci sia un calo
vigoroso in atto, è così è stato.

Perché passare da Agosto ad oggi, da un valore di mille miliardi a 683 miliardi non è una cosa di poco conto, ed attorno all’azienda californiana aleggia un’aria di sfiducia e costante preoccupazione. Quali possono essere le ragioni di un crollo tanto brusco quanto improvviso? Analizziamole nel dettaglio.

Tensioni commerciali: Usa e Cina
Apple è stato fortemente influenzato da una delle situazioni maggiormente preoccupanti che caratterizzano il mercato globale: le tensioni commerciali tra Usa e Cina. La Cina, tuttavia, sembra essere uno degli indiziati principali che hanno innescato questa crisi secondo l’opinione dell’amministratore delegato di Apple, Tim Cook. In una nota lettera
rivolta agli investitori, infatti, Cook afferma addirittura che la crisi è giustificata nella sua
totalità dagli ammanchi cinesi sulle linee iPhone, Mac e iPad.

Mantenimento di prezzi elevati
Aumentare il prezzo di un prodotto quando le vendite sono in calo può dare i suoi frutti, ma se il calo non solo continua, ma si intensifica? E’ la domanda che devono farsi i dirigenti di Apple in questi ultimi mesi, perché se aumentare i prezzi degli smartphone all’inizio ha permesso anche di registrare ricavi record, adesso continuare su questa strada può essere
controproducente. Per intenderci, l’iPhone più economico è stato fissato al prezzo di 750 dollari, un grosso azzardo! Se si dovesse andare avanti con questa strategia, chi avrà un grande motivo per preoccuparsi?

Le preoccupazioni degli investitori
Alcuni annunci fatti nell’ultimo periodo, come i tagli alla produzione effettuati da diversi fornitori, e alcuni dati come il basso  numero di prodotti consegnati negli ultimi mesi, sono motivo di forte preoccupazione di tutti gli investitori di Apple. Come ho anticipato prima, i dirigenti del colosso americano avevano annunciato che non avrebbero più dichiarato i dati sulle vendite effettuate ogni trimestre, e questa è stata naturalmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e dalla quale si è poi innescata una situazione di sfiducia generale.

Che visione hanno gli investitori nel lungo periodo? Possiamo parlare di una comunità divisa, in quanto vi sono coloro che parlano della fine di Apple, esattamente come successo a Nokia tempo fa, ma ci sono anche coloro che ritengono la guerra commerciale tra Usa e Cina la causa principale di questo crollo e che, di conseguenza, le azioni torneranno a salire non appena la situazione tornerà alla normalità.

La lettera di Tim Cook
Di sicuro l’Ad Tim Cook non si è limitato a guardare e in questa sua lettera, dopo aver illustrato le difficoltà riscontrate, ha cercato di rasserenare gli animi affermando che “non possiamo cambiare le condizioni macroeconomiche ma possiamo intraprendere ed accelerare altre iniziative per migliorare i nostri risultati.” Nel finale, l’amministratore delegato afferma con sicurezza e decisione che “abbiamo alte aspettative perché per Apple possono esserci, noi continueremo a puntare sempre in alto e invito gli investitori a fare lo stesso.” Insomma, Apple è sempre stato uno dei marchi leader del mercato globale, con la sua riconoscibilissima mela morsicata. La domanda a questo punto è solo una: possiamo parlare del “colosso Apple” già al verbo passato, un po’ come successo a Nokia, o si tratta solo di una situazione temporanea, destinata a finire? La parola al mercato!