5.LA PRIMA AUTO STAMPATA IN 3D, CON UN TOCCO “MADE IN ITALY”

                                                                                                            di Dario Iudice

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Il settore automobilistico sta vivendo un profondo cambiamento negli ultimi anni. Si parla sempre di più di elettrificazione dei veicoli, di veicoli interconnessi, di sistemi che aiutano il conducente ad essere maggiormente attento alla guida e quindi di correggere gli errori umani.

Fonte: Polymaker

Tra le rivoluzioni del settore, non può mancare la prima auto stampata in 3D. La start up italocinese XEV sta lavorando a Torino ad un prototipo di e-car realizzata con la tecnologia dell’«additive manufacturing», processo attraverso il quale si possono unire dei materiali per fabbricare oggetti da modelli 3D computerizzati, di solito uno strato sopra l'altro. Con questo metodo si stima un taglio dei costi del 70% e tempi di produzione dell’80% poiché si taglia completamente il set up della linea di produzione e di allestimento.

La produzione inizierà a fine anno, ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Il progetto che ha un’impronta “Made In Italy”, è stato ideato da una start up fondata da Lou Tik, il manager che per dieci anni ha gestito il centro di ricerca e di design del colosso cinese Auhui Jianghuai Automobile, al Torino Jac Italy.

Tra gli angel investor italiani ci sono: Moschini, la holding di Franco Moschini, presidente di Poltrona Frau, Teoresi, società di ingegneria nata nel 1987 e Comec, l’azienda di componentistica del presidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz, il quale ha fornito gli spazi per “stampare” i primi prototipi dell’e-car.

Fonte: Polymaker

Lo stesso Alberto Dal Poz, spiega che questa è la vera rivoluzione tecnologica: «questo nuovo approccio in futuro trasformerà le regole del gioco: il numero dei componenti passerà infatti da tremila a meno di duecento»

Diverso è anche l’approccio all’utilizzo che segue il processo di transizione all’elettrico nella mobilità e al cambio di modello d’uso delle auto, da status symbol di proprietà a servizio da condividere. Con Xev, la e-car sarà personalizzabile in ogni minimo dettaglio (un po’ come accade oggi per le sneakers) sarà una vera e propria city car a impatto zero.

Diego Tornese, Chief Corporate Development Officer di Teoresi, aggiunge «Sarà infatti un piccolo mezzo dotato di un’autonomia e prestazioni sufficienti per muoversi con agilità in un contesto urbano (si parla di una velocità massima di 70 chilometri orari per un’autonomia di circa 150 chilometri, ndr), in un’ottica di car sharing e trasporto multimodale»

Fonte: Polymaker

Dal punto di vista industriale, poi, Lou Tik e il suo staff sembrano avere le idee abbastanza chiare: la produzione dovrebbe iniziare già alla fine di quest’anno e nel 2020 si dovrebbe raggiungere la soglia psicologica dei 10 mila veicoli per poi passare a un obiettivo ben più ambizioso, vale a dire i 50 mila veicoli nel 2021 e gli 80 mila a partire dal 2022. I pre-ordini hanno tuttavia già superato quota settemila solo in Europa (ci sarebbe l’interessamento di Poste Italiane e di Bnp Paribas).

Il  prezzo di vendita finale, che si stima sarà attorno ai 10.000€, di gran lunga inferiore alle altre macchine elettriche della stessa categoria ad oggi sul mercato.

Quindi non ci resta che aspettare e scoprire questo nuovo modello di auto stampata in 3D e soprattutto elettrica. Possiamo dire di essere testimoni di una nuova rivoluzione industriale, che vede protagonista ancora una volta l’auto!

 


NEAM MARZO 2019

NEAM MARZO ?
Yes guys, March is over!
Questo è un mese un po’ speciale per Neam e domani saprete il perchè!
Nel frattempo non perdetevi le notizie di questo mese.
Abbiamo scelto per voi:

1.Green Marketing: Floor Advertising e Street Marketing

2.Gran Cereale ad emissioni zero: ora è realtà

3.Il futuro in casa Apple

4.La blockchain approda nell’agroalimentare

5.Dalla via della seta a One Belt One Road

Buona lettura!

 


1. GREEN MARKETING: FLOOR ADVERTISING E STREET MARKETING

di Anna Lo Coco

Tempo lettura: 2 minuti

Il “Green marketing” viene definito come un insieme di attività ecosostenibili volti a promuovere un prodotto, per conciliare i bisogni dell’ambiente con quelli dei consumatori facendo così accrescere il valore dello stesso prodotto.

Fonte: https://www.euronews.com/2018/10/27/italy-graffiti-campaign-seeks-to-save-lesser-used-words-from-extinction

 

Un esempio di “Green marketing” lo ritroviamo nel “Floor Advertising”, una tipologia di pubblicità fatta tramite messaggi pubblicitari incollati sul pavimento, che permettono di ridurre i costi e di ottimizzare gli spazi all’interno del punto vendita, in quanto andrebbero a sostituire i normali cartelli pubblicitari.

Questo tipo di pubblicità è utilizzata principalmente nella Grande Distribuzione Organizzata per guidare il consumatore verso alcuni prodotti in promozione o semplicemente per fornire un percorso personalizzato all’interno del punto vendita.

Il pavimento pubblicitario viene realizzato tramite la stampa digitale su PVC (cloruro di polivinile – plastica riciclabile), che tramite le sue proprietà, consente al consumatore di poterci camminare sopra senza paura di scivolare. Inoltre utilizza delle applicazioni che permettono di modificare le immagini per personalizzarle.

Nonostante il “Floor Advertising” abbia un costo inferiore rispetto ai soliti cartelli pubblicitari, molte aziende si sono ritrovare a dover tagliare altri costi, per questo si è pensato di riadattarlo alla strada utilizzando la tecnica dello Street Marketing.

(Fonte: https://www.euronews.com/2018/10/27/italy-graffiti-campaign-seeks-to-save-lesser-used-words-from-extinction)

Uno dei più recenti esempi di Street Marketing è quello portato da Zanichelli, che ha lanciato l’iniziativa “La cultura si fa strada” per riprendere alcune parole italiane che si stanno per perdere.

L’azienda ha posizionato dei graffiti urbani, con l’hashtag #laculturasifastrada, in 50 città italiane, in prossimità di scuole e zone pedonali per colpire il proprio target di riferimento, ovvero i ragazzi.

(Fonte: https://corrieredelweb.blogspot.com/2017/12/jungle-firma-campagna-di-street-adv-per.html)

I graffiti sono stati realizzati con una miscela che aveva come base lo yogurt, preso da scarti industriali, e da gesso che si sarebbe cancellato, in due settimane circa, utilizzando solamente dell’acqua. In questo modo non vengono utilizzate sostanze tossiche e non viene prodotto alcun tipo di rifiuto.

Stessa tecnica è stata adottata da “Banca 5” che, grazie all’agenzia pubblicitaria Jungle, ha realizzato 240 graffiti green, sparsi in tutta Italia, temporanei ed ecosostenibili.

Possiamo, dunque, affermare che questa tipologia di marketing pubblicitario permette all’azienda di raggiungere il proprio target in minor tempo con messaggi originali che attirano l’attenzione, riducendo l’impatto ambientale e senza produrre rifiuti.

 


2.GRAN CEREALE AD EMISSIONI ZERO: ORA E’ REALTA’

di Asia Bonaldi

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Gran novità in casa Barilla! Il colosso parmense ha recentemente rivelato la prima linea di prodotti che sarà  totalmente prodotta a emissioni zero: i Gran Cereale.

Fonte: Barilla Group

Lo stabilimento coinvolto è quello di Wasa. E’ il più grande produttore svedese di pane croccante al mondo che è entrato a fare parte del Gruppo Barilla nel 1999.

E’ dal 2013 che questo stabilimento sta cercando di ridurre al minimo l’impatto nocivo che le fabbriche hanno sull’ambiente.

Ad oggi Wasa è riuscito a ridurre non solo l’82% delle emissioni nocive di CO2 ma anche il 15% dei consumi di acqua per tonnellata di prodotto e si è sempre più avvicinato a imballaggi riciclabili, cercando di abbandonare poco alla volta la tanto discussa plastica.

Fonte: Barilla Group

Lo stabilimento svedese inoltre è alimentato interamente con elettricità proveniente da fonti rinnovabili e ha deciso di abbandonare i camion e le strade, per quanto riguarda il trasporto dei prodotti finiti dalla Svezia alla Germania, preferendo invece i treni (meno inquinanti rispetto ai camion).

L’insieme di queste operazioni a riduzione dell’inquinamento e degli sprechi, hanno contribuito a ridurre di 1.612 tonnellate l’anidride carbonica emessa in un solo anno.

Per quella che invece non si riesce a ridurre l’azienda ha deciso di avviare dei progetti ambientali che hanno l’obiettivo di catturare, e di eliminare, le emissioni di CO2 che non si riescono a ridurre nella produzione dei prodotti finiti.

 

«Si stanno valutando altre modalità per ridurre ulteriormente il consumo d’acqua negli stabilimenti. Lavoriamo inoltre con i fornitori per la coltivazione sostenibile della segale e tra qualche mese prenderanno il via i test per capire come introdurre il nuovo modello nei campi in Svezia» afferma il Responsabile Ambiente di Barilla Luca Ruini.

 

Tutto ciò è reso possibile dall’ingente investimento di Barilla in sostenibilità e innovazione, che ammonta a circa 1 miliardo di euro.

A supporto della riduzione dell’impronta ambientale c’è in atto un piano di investimenti per l’ammodernamento degli impianti produttivi e l’adozione di tecnologie ad alta efficienza.

Barilla si è prefissata poi l’obiettivo di ridurre del 30% le emissioni di CO2 e acqua rispetto a quelle registrate nel 2010.

 

Il colosso Barilla sta cercando di creare una filiera sempre più sostenibile tavola e si sta cimentando su più fronti per far sì che tutto ciò diventi realtà: dal migliorare l'efficienza dei processi produttivi per ridurre le emissioni di gas serra e i consumi idrici fino a promuovere nell'agricoltura e nell’allevamento best practice più sostenibili per tutte le filiere strategiche.

 

Ancora non è stato annunciato quando questa linea a zero emissioni entrerà in commercio e noi consumatori potremmo finalmente vederla a scaffale.

Non so voi ma quando vedrò Gran Cereale non mi resterà che pensare a tutto lo studio, alle risorse e alle energie che Barilla ha deciso di dedicare alla salvaguardia del nostro ambiente e alla riduzione dell’inquinamento.


3.IL FUTURO IN CASA APPLE: NOVITA' DALL'EVENTO DI MARZO 2019

di Alessio Lo Giudice

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Dopo il tonfo iniziale in apertura d’anno, a causa della saturazione del mercato degli smartphone, c’è fermento in casa Apple; l’azienda di Cupertino ha infatti deciso di puntare sui servizi, ed è ciò che servirà appunto per sostituire le entrate generate dai device che come sappiamo sono al ribasso, soprattutto per quanto riguarda gli iPhone.

Fonte:https://www.apple.com/it/newsroom/2019/03/highlights-from-apples-keynote-event/

Maggiori informazioni su questa nuova strategia sono pervenute dal primo evento Apple dell’anno; che si è tenuto questo mese allo Steve Jobs Theatre di Cupertino, qui, il CEO Tim Cook e il team aziendale, durante il keynote, hanno presentato i nuovi servizi di Apple che saranno disponibili in autunno.

Nessun dispositivo elettronico è stato dunque presentato, sono stati presentati invece nuovi servizi on demand e una carta di credito digitale. Ciò conferma una decisa virata verso il potenziamento del business dei servizi.

Apple ha infatti dichiarato di voler generare 50 miliardi di dollari all’anno esclusivamente dai propri servizi entro il 2020.

Ma vediamo adesso quali sono nel dettaglio le novità che ci aspettano.

Fonte: www.ispazio.net

La nuova app di Apple Tv

Presentata da Peter Stern e successivamente da Cindy Lin è l’applicazione che permette di avere attraverso un'unica app e in ogni dispositivo Apple, tutta la tua tv, scegliendo cosa e dove guardare sia online che offline. L’obbiettivo principale è quello di distribuire quest’app in più di 100 paesi al mondo. Sarà disponibile a maggio sull’ app store.

La Apple Tv+

Presentata da Zack Van Amburg e Jamie Erlicht, è il nuovo servizio di video streaming on-demand di Apple in abbonamento, disponibile solo sull’app di Apple Tv. Pensato e sviluppato dai migliori talenti del cinema e della televisione, potrebbe essere considerata una nuova rivale di Netflix per via dei contenuti esclusivi. Sarà disponibile in autunno.

Apple Arcade

Ann Thai ha presentato, durante l’evento, Apple Arcade, si tratta di un nuovo servizio di game in abbonamento che sarà anch’esso disponibile in autunno. L’azienda californiana ha collaborato con alcuni degli sviluppatori più innovativi al mondo per offrire una nuova esperienza di gaming per i suoi utenti. Ci saranno oltre 100 titoli disponibili per tutti i dispositivi.

Apple News+

Roger Rosner e Wyatt Mitchel hanno presentato Apple News+, è un nuovo servizio in abbonamento che offre un'esperienza personalizzata all'interno dell'app Apple News. La peculiarità di questo servizio è quella di poter avere in un'unica app e con un unico abbonamento tutti i quotidiani preferiti dal lettore, inoltre questo nuovo servizio punta a migliorare la                                user experience legata alla lettura.

Apple Card

Presentata da Jennifer Bailey durante l’evento, Apple Card sarà una nuova carta di credito creata da Apple. È stata realizzata con la collaborazione di Goldman Sachs e aderirà al circuito MasterCard, sarà profondamente integrata nell’ecosistema iOS e connessa alla tecnologia Apple Pay. Sarà possibile ottenere un cashback per recuperare parte del denaro speso con un ritorno diretto fino al 3% per i clienti. Uno dei punti di forza sarà la sicurezza infatti la carta non presenterà segni identificativi e il codice CVV sarà generato di volta in volta.

 

Come abbiamo avuto modo di vedere, decisiva è stata la virata di Apple verso il mondo dei servizi, è questa la scelta giusta nel lungo periodo per recuperare margine sul calo delle vendite, nell’attesa in cui esca dal cilindro dell’azienda di Cupertino un nuovo prodotto che sostituisca lo smartphone?

 

 

 


4. LA BLOCKCHAIN APPRODA NELL'AGROALIMENTARE

di Veronica Amato

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Fonte:http://www.authentico-ita.org/

In un contesto in cui il consumatore tende a limitare gli sprechi e a prendere scelte più consapevoli, selezionando la migliore offerta in termini di comunicazione, trasparenza e tracciabilità del prodotto/servizio, s’inserisce l’affidabile blockchain.

La blockchain è come un registro digitale pubblico, distribuito e condiviso tra i diversi partecipanti (nodi), del network “Peer to Peer”, dove per P2P s’intende sistemi informatici collegati tra loro via internet. I file possono poi essere condivisi direttamente, senza la necessità di un server centrale. Pertanto, ogni computer connesso su una rete P2P diventa file server e cliente.

La blockchain, con la Marca Temporale, ossia una sequenza specifica di caratteri che identificano in modo univoco e immutabile una data e/o un orario per fissare e accertare l’effettivo avvenimento di un certo evento, riesce ad impedire che l’operazione, una volta effettuata, venga cambiata o annullata. Questo meccanismo permette alle aziende di garantire al consumatore che il prodotto rispetti l’origine di provenienza, le caratteristiche organolettiche, oltretutto diventa un modo per stimolare la fiducia del brand.

Fonte:http://www.spinosaspa.com/

Proprio su queste caratteristiche, l’azienda Spinosa S.p.A., specializzata nel settore lattiero-caseario per la produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop ha sviluppato la tecnologia blockchain.

L’obiettivo è di assicurare un percorso di trasparenza dell’intera filiera, dall’allevamento al prodotto in tavola. Per di più, essendo la Mozzarella di bufala campana Dop tra i primi 10 posti di prodotti esportati al mondo è spesso soggetta a contraffazioni da marchi Italian sounding, che fanno sì che il marchio Dop non basti a tutelare il vero “Made in Italy”.

L’intera filiera produttiva è esplorabile dalla confezione del prodotto, la quale riporterà il bollino “Certificato Blockchain-Quality”e un codice QR.

Attraverso una scansione del QR, l’utente sarà indirizzato a una pagina web nel quale potrà osservare l’intera filiera: gli allevamenti, la trasformazione, il confezionamento e tutti gli standard di qualità.

E se è vero che per creare una fiducia con tutti gli stakeholder che interagiscono alla filiera produttiva, bisogna comunicare ciò che si fa, la tecnologia blockchain sembra essere un ottimo strumento per la creazione di una strategia volta a sviluppare la creazione di valore del prodotto e del brand identity contestualmente all’accrescimento del brand awareness agli occhi del cliente-consumatore.


5. DALLA VIA DELLA SETA A ONE BELT ONE ROAD

di Omar Ciaccio

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Quivi si fae molta seta”. Così, Marco Polo descrive ne “Il Milione” l’economia della Cina, grande nazione con grande ambizione, che dal passato ad oggi ha portato questa grande potenza ad essere uno dei maggiori portatori di interessi commerciali in tutto il mondo. Nel 1877 per la prima volta viene citata da un geografo tedesco “la via della seta”, un passaggio fruttifero di scambi tra i più grandi attori commerciali nella storia del nostro globo.

Fonte: wikipedia

Se dovessimo aumentare l’obbiettivo del nostro punto di vista, potremmo tutti vedere come la storia segua una linea di eventi che ciclicamente, anche cambiando attori e forma, si ripetono.

“Machiavelli teorizza un tipo particolare di ciclicità: quello che va dalla rovina alla grandezza, all’ozio, alla debolezza, per poi tornare di nuovo alla rovina; quello che va dall’ordine al disordine per poi tornare all’ordine, dal bene al male e dal male al bene”.

Basti pensare a come l’800’ sia stato caratterizzato dalle grandi imprese di sviluppo industriale inglesi o il 900’ dal corrispettivo arrembaggio americano, che ha retto sino ad oggi.  Volendoci spingere ancora un po’ nello studio dell’introspettiva dei modelli appena citati, potremmo notare delle grandi linee che danno una forma a questi grandi sistemi economici, spiegandoci passo per passo come questi abbiano dato vita ai più efficienti flussi di cambiamento della storia contemporanea. Punti cardinali ad esempio possono essere: gli investimenti esteri, una rivoluzione industriale interna alla ricerca delle tecnologie più all’avanguardia e la creazione di infrastrutture nei luoghi più strategici per favorire gli scambi. Questo è appunto oggi l’obbiettivo del paese guidato da Xi Jinping, il quale ha elaborato due piani: Made in Cina 2025 e il One Belt One Road; le idee sono chiare, il progetto consiste in una grande rivoluzione industriale e commerciale, che punta ad abbracciare il nuovo concetto di “Industria 4.0”, accantonando così il vecchio modello di economia basata sulla manodopera a basso costo, a stanziare grandi investimenti per la creazione di nuove infrastrutture, così da garantirsi nuove rotte commerciali. Insomma l’obbiettivo ultimo sembra proprio essere quello di diventare una top potenza economica a livello mondiale, fattore che senza ogni ombra di dubbio, ha scatenato, scatena e scatenerà delle ripercussioni (ad esempio l’attuale guerra sui dazi o la lotta per accaparrarsi il controllo delle reti 5G nel continente europeo tra USA-Cina).Le prospettive Cinesi sembrano grandiose e dubbie allo stesso tempo, chissà quale sarà l’epitaffio di questa storia, ci sarà un nuovo ciclo? Magari, appunto, guidato dalla Cina? Staremo a vedere, ma un vecchio detto cinese dice:

Per quanto sia grande il mondo e diverse siano le genti, a tutti piacciono il sale e l’argento”.


1. BURGER KING VS MCDONALD'S: COME FARE PUBBLICITA' TROLLANDO LO STORICO RIVALE

Tempo di lettura: 1 minuto

di Roberto Faraci

Fonte: TPI

Fare una campagna pubblicitaria di successo e che allo stesso tempo crei scalpore è sicuramente geniale, ma se riesci anche a trollare il rivale di una vita sfruttando un momento imbarazzante della sua storia, lo è ancor di più. E’ quello che i dirigenti di Burger King sono riusciti brillantemente a fare ai danni di McDonald’s, sfruttando un’imperdibile occasione.

McDonald’s perde la proprietà del “Big Mac”

Anche se sei leader nel settore della ristorazione, non significa che si è legittimati a fare di tutto: è quello che è successo a McDonald’s. Perdendo clamorosamente la loro stessa causa, i dirigenti della storica catena di fast food hanno perso la proprietà del marchio “Big Mac”, dopo essersi scagliati contro la piccola catena irlandese Supermac’s. Un eccesso di sicurezza, o semplicemente una mossa avventata? Come la si voglia mettere, parliamo di un piccolo suicidio che, quando sei uno dei marchi più famosi al mondo, non puoi permetterti di fare, perché qualcuno potrebbe cogliere la palla al balzo!

Burger King approfitta della situazione!

Fonte: TPI

Con una campagna pubblicitaria originalissima, Burger King ha lanciato in Svezia un menù caratteristico, intitolato “Non sono Big Mac”. Basterebbe questo per rendere l’idea, ma è nei nomi dei singoli panini dove sta la trollata geniale: “Come un Big Mac ma grande per davvero”, “Tutto tranne che un Big Mac”, “Come un Big Mac ma più succulento e gustoso”. Questi sono solo alcuni dei nomi geniali che Burger King ha trovato per infierire ancora di più contro gli storici rivali. Come se non bastasse, la catena di fast food ha lanciato uno spot esclusivamente per deridere ancora di più McDonald’s. Iwo Zakowski, ceo di Burger King Svezia, in un comunicato stampa si giustifica così: “Non potevamo restare indifferenti di fronte ad una situazione così divertente”.

Una cosa è certa: i dirigenti di McDonald’s avrebbero dovuto lasciare al piccolo Supermac’s la propria versione del “Big Mac”.


2. COSA HA SPINTO ELON MUSK A PUBBLICARE I BREVETTI DI TESLA INC.?

Tempo di lettura: 2 minuti

di Alessio Artista

Il 18 gennaio 2019 sul sito della Tesla viene pubblicato un comunicato:

Fonte: Tesla

“Guardando avanti alla nostra missione di accelerare l'avvento dei trasporti e dell'energia sostenibili, che è importante per tutta la vita sulla Terra, affrontiamo una sfida estremamente difficile: rendere le nostre automobili, batterie e prodotti solari competitivi rispetto ai combustibili fossili. … Sfortunatamente non abbiamo altra scelta che ridurre l'organico a tempo pieno di circa il 7% ... e trattenere solo i dipendenti più critici”. È così che il CEO di Tesla Inc (Elon Musk) annuncia il licenziamento di molti suoi dipendenti.

Qualche giorno dopo (31 gennaio 2018), con un tweet Elon Musk sorprende tutti annunciando al mondo, come aveva fatto nel 2014, che i brevetti di Tesla Inc appartengono a tutti.

Il perché di questa decisione è sicuramente imputabile a diverse ragioni sia ecologiche che economiche.

Per quanto riguarda le ragioni ecologiche è bene ricordare la mission di Tesla: “accelerare l'avvento del trasporto sostenibile portando sul mercato al più presto automobili elettriche di massa convincenti.”; sul loro sito, infatti, possiamo trovare la quantità di CO₂ risparmiata da coloro che utilizzano l’auto elettrica prodotta da tesla (circa 3,5 milioni di tonnellate). Il tutto risulta chiaramente in linea con l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che l’8 ottobre 2018 ha lanciato un ultimatum (di circa 12 anni) per riuscire a salvare la terra dal surriscaldamento globale, che da sempre più peso al tweet di Elon Musk.

Passando alle ragioni economiche dobbiamo ricordare l’alto livello ingegneristico di cui ogni auto marchiata “Tesla” dispone, tra cui l’hardware per la guida completamente autonoma. È quindi evidente che la struttura dei costi per produrre queste auto non può che essere elevata.

Fonte: Tesla

Per essere competitivi sul mercato bisogna utilizzare delle efficienti economie di scala (all’aumentare della produzione diminuisce il costo per produrre un’unità di quel prodotto); queste economie di scala diventano sempre più produttive all’aumentare della domanda e dei competitor.

Quando Tesla ha bisogno di una componente necessario alla fabbricazione dell’auto elettrica, deve crearla internamente o rivolgersi ad un basso numero di fornitori a causa della ridotta diffusione del prodotto.

Se l’auto elettrica diventasse comune come l’auto a benzina, ci sarebbero più industrie automobilistiche pronte a richiedere delle componenti necessarie alla produzione di auto elettriche e questo porterebbe Elon Musk ad abbassare la struttura dei costi di fabbricazione.

Dopo aver compreso quali sono gli obiettivi di Tesla e le ragioni economiche che possano spingere il colosso mondiale a rendere pubblici i brevetti, non possiamo non chiederci come, un domani non tanto lontano, Tesla riuscirà a difendersi dalle grosse case automobilistiche che decideranno di produrre auto elettriche. Elon Musk ci sorprenderà di nuovo?