4. Fendi “adotta” una scuola e punta alla formazione

di Samuela Maggio
Tempo di lettura: 4 minuti

Fendi “adotta” una scuola e punta alla formazione

Cosa accomuna un colosso del lusso italiano e una scuola?

La parola d’ordine dell’ultimissima novità è proprio la risposta alla domanda: FORMAZIONE.

Tutto nasce dal progetto di Altagamma “Adotta una scuola”, che mira a promuovere la formazione dei talenti tecnico-professionali. Ma andiamo per gradi.

Chi è Altagamma?

Fendi “adotta” una scuola e punta alla formazione
Fonte: altagamma.it

La Fondazione Altagamma dal 1992 riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana, riconosciute come autentiche ambasciatrici dello stile italiano nel mondo. La sua missione è contribuire alla crescita e alla competitività di queste ultime.

Chi è FENDI?

Fendi “adotta” una scuola e punta alla formazione
Fonte: it.wikipedia.org

La Maison Fendi nasce a Roma nel 1925 ed emerge presto a livello internazionale, diventando simbolo di eleganza, artigianalità, innovazione e stile. Nel 2000 il Gruppo LVMH acquisisce FENDI diventando il suo azionista di maggioranza. Una delle più grandi collaborazioni del marchio è stata quella durata ben 54 anni con Karl Lagerfeld ed infine, la più recente, vede FENDI e Versace collaborare sotto il nome di Fendace.

“Adotta una scuola”

L’ambizioso progetto di Altagamma prevede che ciascuna impresa socia debba “adottare” uno fra i migliori istituti di istruzione secondaria tecnica e professionali italiani individuati in collaborazione con il MIUR all’interno dei distretti nazionali d’eccellenza (Marche, Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Campania).

“Un impegno con cui Altagamma dà seguito ad un lavoro pluriennale di ricerca e di confronto con aziende e istituzioni sul tema dei talenti manifatturieri e della loro formazione. L’alto di gamma italiano ha al cuore della sua competitività internazionale il prodotto: questo significa non solo creatività e design, ma anche e soprattutto un patrimonio di Saper Fare manuale – oggi potenziato e non sminuito dalle nuove tecnologie – di cui tutto il mondo ci riconosce il primato. Preservarlo, aggiornarlo e promuoverlo fin dalla formazione secondaria è un imperativo per tutta l’industria.” afferma Stefania Lazzaroni, direttore generale di Altagamma.

Su quale istituto è ricaduta la scelta di FENDI?

Prima Edizione di FENDI Masterclass sulla calzatura

FENDI ha deciso di puntare alle Marche e, in particolare, all’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato Ostilio Ricci di Fermo. Lì darà il via alla prima edizione di FENDI Masterclass sulla calzatura.

Fendi “adotta” una scuola e punta alla formazione
Fonte: brand-news.it

Il programma biennale (quarto e quinto anno) si rivolge a 21 ragazze e ragazzi e ha lo scopo di formare una nuova generazione di artigiani specializzati.

«È stato emozionante poter contribuire al futuro di questi giovani in modo concreto – racconta Serge Brunschwig, CEO e presidente Fendi -, ma c’è molto ancora da fare, soprattutto per far incontrare domanda e offerta di questi mestieri: nelle Marche purtroppo c’è un 30% di disoccupazione giovanile e Altagamma sottolinea come entro il 2025 mancheranno 270mila persone per l’industria del lusso, che continuerà a crescere, con l’Italia come risorsa fondamentale. Per questo è cruciale investire in fabbriche e in questi lavori, come già molti marchi del lusso stanno facendo per esempio in Francia».

La Maison italiana si è già adoperata per l’acquisto di nuovi macchinari tecnici per il taglio automatizzato, per le calzature da donna e la lavorazione delle sneakers. Ha inoltre messo a disposizione un tecnico e un servizio navetta che collega la scuola al laboratorio e allo stabilimento FENDI di Porto San Giorgio.

Spostamenti e raddoppi in casa FENDI

Per il colosso italiano, che punta alla promozione del Made In Italy, alla qualità, ma anche alla riduzione della disoccupazione giovanile e al rafforzamento del legame scuola-impresa, si prospetta un 2022 impegnativo.

FENDI, infatti, oltre ad inaugurare un hub di eccellenza per la pelletteria a Bagno a Ripoli, sposterà la sua manifattura da Porto San Giorgio a Fermo.

“Sono da poco qui, ma sono molto affascinato dal saper fare di questo territorio in cui crediamo; Fermo è molto importante per noi, per questo abbiamo deciso di trasferire l’attuale nostra realtà di produzione di calzature da Porto San Giorgio a Fermo, aumentando il personale, arriveremo a 300 addetti (120 gli attuali). Legarci a una scuola per la nostra progettualità ci è sembrato giusto perché siamo convinti che sia necessario suscitare vocazioni e questa è la prima classe che adottiamo.” sottolinea il CEO Brunschwig che promette anche di inserire in azienda alcuni dei futuri diplomati.

Artigianato e sostegno

«L’artigiano è un mestiere in perenne evoluzione, anche nel saper usare nuovi macchinari e nuove tecniche – nota il CEO. I nostri artigiani hanno quello che in giapponese si chiama kaizen, un atteggiamento di rinnovamento continuo per un continuo miglioramento. Amiamo rendere visibile il nostro saper fare, riconoscibile fin dall’esterno, come abbiamo sottolineato con il progetto Hand in Hand, con cui abbiamo valorizzato eccellenze italiane che troppo spesso restano nascoste».

Brunschwig, però, oltre a sottolineare l’importanza e l’unicità della figura professionale di artigiano, evidenzia come sia fondamentale il sostegno alla promozione e formazione di questo ruolo nel mondo del lavoro.

«Mi auguro che anche nel PNRR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza) sia previsto un sostegno a questo tipo di formazione – conclude. E che si parli, si raccontino la bellezza, l’importanza e le potenzialità di questi mestieri, ai giovani e alle loro famiglie. Bisogna saper fare, ma anche far sapere».

Si stanno forse mettendo in secondo piano i lavori artigianali, eclissati dall’era digitale e tecnologica?
Riusciranno queste iniziative a dare un impulso al rinomato e riconoscibile saper fare italiano?

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