3. McDonald’s e Lidl: capsule collection da sold out

di Giuseppe Samperi
Tempo di lettura: 3 minuti

In una delle estati più strane del recente passato, anche alcuni tra i più noti brand al mondo, riescono a far parlare di sé per le originali campagne di marketing avviate negli ultimi giorni. Stiamo ovviamente parlando di Lidl e McDonald’s: entrambi, ma per ragioni diverse, hanno lanciato sul mercato una linea d’abbigliamento.

La prima catena di fast food della storia, coerentemente con la recente strategia aziendale guidata da una forte riduzione del proprio impatto ambientale, lancia un’edizione limitata di costumi da bagno ecosostenibili realizzati da cannucce di plastica dei propri ristoranti e materiali di scarto dagli oceani. Non si tratta del primo indumento brandizzato McDonald’s, che ha fatto del merchandising uno dei propri elementi più caratteristici, ma è la prova che l’azienda continua con azione concrete, a sensibilizzare sé stessa e la propria clientela sulle tematiche ambientali. Da qualche mese a questa parte, infatti, all’interno di ogni ristorante della catena, si trova un grande cartello dedicato proprio alle cannucce monouso distribuite insieme alla bibita scelta, che invita a riflettere sull’effettiva utilità di quest’ultima, che quindi viene data solo su richiesta del cliente. Lo scopo è proprio quello di ridurre gradualmente, per poi eliminare del tutto, l’uso della plastica in più paesi possibili.

Purtroppo al momento la capsule di swimwear è disponile soltanto in Austria (il lancio dei costumi è stato pubblicizzato infatti sull’account Instagram McDonalds Austria) e non è dato sapere se mai arriverà in Italia.

L’edizione limitata ecosostenibile comprende tre prezzi: pantaloncino da uomo, intero da donna e telo mare caratterizzati proprio dai colori classici delle cannucce da cui sono ricavati. Strisce gialle e rosse su sfondo bianco richiamano l’iconico stile anni ’80 tornato recentemente in voga tra le generazioni più giovani. Quest’ultima campagna, inserita nel contesto di una più ampia strategia che punta a far diventare il colosso americano, entro pochi anni, eco-friendly, è già un successo, anche guardando l’enorme riflesso mediatico che sta avendo sui social network.

Diverse, invece, le motivazioni (ma non il successo ottenuto) che hanno spinto Lidl, il discount tedesco per antonomasia, a lanciare una capsule di streatwear low cost. La ragione più plausibile sembrerebbe legata alla ricerca di un nuovo posizionamento strategico nei confronti della generazione Z, amante di uno stile più urbano, con cui la catena ha difficoltà nel trovare la comunicazione adatta. La nuova collezione, che comprende calzini, sneakers, magliette e ciabatte, ha generato un traffico tale sui social media da mandare in tendenza il brand su Twitter. I colori dominanti sono gli stessi del celebre logo (giallo, rosso e blu), ma ciò che stupisce di più è il prezzo: da € 0,99 per le calze a € 12,99 per le scarpe.

Lidl lancia la sua linea di streetwear
Fonte: highxtar.com

La capsule al momento è disponibile esclusivamente in alcuni paesi europei come Belgio, Germania e Gran Bretagna. L’Italia non compare e l’azienda risponde alle numerosissime richieste di clienti interessati, che al momento per il bel paese non è in previsione nessuna vendita, ma che le richieste verranno comunque prese in considerazione. Nella fredda Finlandia, nel frattempo, la collezione è andata sold out in nel giro di pochi minuti. Come testimoniano alcuni siti di notizie finlandesi, lunghe file fin dalle prime luci del mattino si trovavano appena fuori dall’ingresso dei discount. Le sneakers oggetto del desiderio, diventate introvabili sono poi state inserite nei celebri rivenditori online come eBay con prezzi che arrivavo fino a 500.

Lidl lancia la sua linea di streetwear
Fonte: highxtar.com

Saranno dunque le edizioni limitate a dominare il futuro delle campagne di marketing dei brand? Ciò che è certo è che l’effetto scarsità unito all’esclusività di un nuovo prodotto, sembra avere un enorme successo. Tutto ciò non dovrebbe stupire,però, se pensassimo a brand noti (soprattutto per l’abbigliamento) come Supreme, in grado di creare un intero modello di business incentrato sul desiderio di esclusività, tempo per l’acquisto e numero di articoli limitato.