NEAM OTTOBRE 2018

Ottobre volge al termine e mentre tu sei indaffarato nello studio o nel lavoro, il mondo che ti circonda cambia e si evolve velocemente più di quanto immagini.

Ma tranquillo/a ci pensa NEAM a tenerti aggiornato/a!

Abbiamo scelto per voi:

1. Novità sorprendente per il colosso svedese: IKEA conquista il centro città!

2. Realizzare un business senza marketing? Parola di Maison Hermès.

3. Il conto? Te lo pagano i followers.

4. Perchè Porsche non produrrà più veicoli diesel?

5. Hitachi punta sulla social innovation.

Buona lettura!

  1. NOVITA’ SORPRENDENTE PER IL COLOSSO SVEDESE: IKEA CONQUISTA IL CENTRO CITTA’! 

     di Elena Carnevali

                                                                                                                                                                                                                                                                                         Tempo di lettura: 2 minuti

Appare profondamente radicale la novità che ha scelto di introdurre l’azienda d’arredamento.

IKEA, infatti, mira ad arrivare con piccoli negozi nel cuore cittadino stravolgendo completamente quella che, fino ad ora, sembrava essere la strategia commerciale vincente. Non si tratterà, però, di una sostituzione, bensì di un’aggiunta.

I negozi non faranno da magazzino bensì solo da espositori: sarà data la possibilità di ricevere i mobili direttamente a domicilio, proprio come succede con i prodotti ordinati tramite canali online. Soltanto prodotti di oggettistica potranno essere acquistati direttamente nel punto vendita.

L’obiettivo dell’azienda è proprio quello di contrastare l’e-commerce, che sta ormai rivoluzionando il commercio moderno. Secondo l’ultimo report di Nielsen sull’e-commerce nel mondo, le vendite globali online stanno crescendo quattro volte più velocemente delle vendite offline.

Per Ikea, le vendite online sono aumentate del 45% nei primi otto mesi dell’anno e hanno rappresentato quasi l’8% del totale.

Per il momento, il test è stato avviato solo a Stoccolma e a Madrid.

Che ne sarà del futuro di IKEA? Il cambio di strategia porterà a risultati positivi? Soltanto il tempo potrà darci le riposte a questi quesiti… non resta che godersi le spettacolo!

 

2. REALIZZARE UN BUSINESS SENZA MARKETING? PAROLA DI MAISON HERMES! 

di Francesca Cisternino

                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Tempo di lettura: 2 minuti

Hermès è un’importante azienda francese di moda, nata  nel 1837, quando Thierry Hermès, sellaio, aprì a Parigi una bottega per bardature e finimenti da cavallo. Successivamente, negli anni 1870, i successori trasferirono l’attività in rue du Faubourg-Saint-Honoré, nella sede che è divenuta storica e che tuttora è il quartier generale della maison e la sua passerella commerciale.

Oggi il brand deve la sua notorietà soprattutto ai foulard di seta, ai gioielli ispirati al mondo equestre e al gran successo di “Birkin”( borsa realizzata dagli artigiani di Hermes che prende il nome dall’attrice Jane Birkin).

Questo mese la maison ha deciso di riposizionarsi sul mercato del lusso, con il preciso obiettivo di attirare nuova clientela che possa innamorarsi del brand e aspirare ai prodotti anche più celebri (e costosi).

Come? “Con un approccio marketing anti-marketing: Barret indossa una felpa grigia in edizione iperlimitata. Non in vendita. E le richieste certo non mancano“ afferma Florian Craen, vicepresidente esecutivo delle vendite e della distribuzione di Hermès.

L’anno scorso la società ha registrato una redditività record seguendo questa filosofia anti-marketing; ma quindi come hanno potuto raggiungere un volume di vendite così ampio? Come è possibile che in un’epoca dominata da influencer e comunicazione virale sempre più aggressiva, Hermès non ha un reparto marketing?

Barret, direttore artistico dell’universo femminile della maison spiega di aver incentrato l’attenzione sull’esclusività, organizzando per esempio eventi pop-up nelle capitali europee; accenna inoltre di aver affidato ad un team di comunicazione la gestione della stampa e ad un team creativo lo sviluppo di campagne stagionali.

La società non ha mai esitato nel promuovere l’immagine del brand : solo nel 2017 ha speso 275 milioni di euro in “spese di comunicazione”, e sicuramente non è una cifra che passa inosservata.

Ma queste serie di operazioni, non sono esse stesse parte integrante di una strategia di marketing?

 

3. IL CONTO? TE LO PAGANO I FOLLOWERS.                                                                                                                                                                                                                   

   di Marta Candito

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Dimenticate i vecchi buoni sconto, i menù promozionali, le offerte del giorno…da oggi più sei social più risparmi! No, non stiamo parlando di una puntata di Black Mirror o di una trovata pubblicitaria, ma dell’idea di due giovani padovani diventata realtà. A Milano, nei pressi di Porta Romana, nasce il primo ristorante giapponese dove è possibile mangiare del sushi di qualità e chissà, anche gratuitamente.

Proprio così, “This is not a sushi bar” ,di Matteo e Tommaso Pittarello, è un ristorante a prova di followers.

Il sistema è molto semplice, se sei un sushi lover ed un appassionato di Instagram ti basterà ordinare un piatto, fotografarlo e pubblicarlo in tempo reale sul tuo account personale ricordandoti di inserire il tag @thisisnotasushibar e l’hashtag #thisisnotasushibar.

A questo punto tutto dipende dai tuoi followers: da 1000 a 5000 si ha diritto a ricevere un piatto gratis, da 5000 a 10000 il numero di pietanze gratuite diventa due. Il gioco si fa più interessante per coloro che oscillano tra i 10000 ed i 50000 followers, in questo caso le pietanze raddoppiano, da due si passa a ben quattro e da quattro a otto per chi ha da 50000 a 100000.

*Rullo di tamburi* tutti coloro che hanno più di 100000 seguaci si portano a casa l’intero ordine offerto dal ristorante. Prima di uscire dal locale occorrerà presentare in cassa e allo “store manager” l’effettiva pubblicazione del post.

L’obiettivo di questo innovativo metodo di pagamento? Attirare l’attenzione dei grandi e piccoli “influencers” cercando di avere un più capillare ritorno sul fronte pubblicitario. L’iniziativa si estende anche a tutti coloro che non hanno raggiunto i 1000 followers, questi infatti possono iscriversi alla newsletter e sperare di ricevere un piatto in omaggio.

Quest’idea sembra sposarsi perfettamente con il panorama odierno dove un numero sempre più elevato di persone utilizza le principali piattaforme social non solo per comunicare ma anche per cercare risposte ai propri bisogni.

Così, i fratelli Pittarosso hanno visto nel social network Instagram un mezzo per diffondere il proprio brand a milioni di persone. Tuttavia, bisognerà attendere ancora un po’ prima di poter decretare l’effettivo successo del progetto.

 

 

4. PERCHE’ PORSCHE NON PRODURRA’ PIU’ VEICOLI DIESEL? 

   di Dario Iudice

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Caro Diesel ci eravamo tanto amati!

 

La casa automobilistica tedesca Porsche, ha scelto di abbandonare il motore diesel e puntare con tutte le proprie disponibilità sull’elettrico e sull’ibrido. Una scelta che sta prendendo piede nel settore automotive.

Il CEO di Porsche, Oliver Blume ha ammesso che, seppur il motore diesel è ancora il più diffuso e utilizzato tra i veicoli nel mondo, è arrivato il momento di optare per la sostenibilità ambientale e di conseguenza di utilizzare motori più puliti come quelli elettrici.

All’inizio dell’anno corrente (2018), è stato annunciato che dal 2022, gli investimenti nelle motorizzazioni elettriche saranno raddoppiati, e dal 2025 ogni modello Porsche avrà una versione sia elettrica che ibrida.

Porsche, inoltre, ha rilasciato una versione elettrica sportiva, la Taycan, (conosciuta precedentemente con il nome di Porsche E), che concorrerà sul mercato con la Tesla Model S.

L’inversione di rotta è data dal fatto che, nel settore Automotive ogni brand sta scommettendo sull’elettrico e sull’ibrido per il futuro, oltretutto negli Stati Uniti, la casa tedesca non ha venduto un modello ad alimentazione Diesel dal 2015, causa il Diesel Gate di Volkswagen (ndr proprietaria di Porsche). Solo l’anno scorso, Porsche ha richiamato 22000 modelli Suv.

 

5. HITACHI PUNTA SULLA SOCIAL INNOVATION 

  di Alessio Artista

Tempo di lettura: 2 minuti

Mentre altri si interrogano fino a che punto sia utile la social innovation, Hitachi risolve problemi con l’uso di tecnologie che erano impensabili fino a ieri.

È il caso del “Modello Oliena” che prende il nome dall’omonimo comune della Sardegna.

Il comune di Oliena con la sua vecchia conduttura perdeva oltre il 50% dell’acqua di una delle poche fonti idriche della Sardegna, la Sorgente di Su Gologone, su cui si basa la vita dei 7mila abitanti del paese.

Con la sfida di trovare un modo per ridurre la perdita d’acqua, al fine di creare una situazione sostenibile, Hitachi ha sottoposto a revisione con sistemi di controllo e gestione della pressione dell’acqua e dell’aria l’intera rete di tubature. Così facendo ha ridotto l’impatto energetico del processo di erogazione e ha ridotto del 50% la perdita d’acqua.

Il successo del “modello Oliena” troverà conseguente applicazione in altri comuni della Sardegna, 30 comuni nel 2017, seguiti da 100 nel 2018 e altri 100 nel 2019, risparmiando acqua e migliorando l’offerta per l’intera isola.

Ma social innovation significa anche “sicurezza”, cosi Hitachi ha sviluppato le telecamere di sicurezza con intelligenza artificiale, in grado di rilevare più di 100 diverse caratteristiche personali. Tra queste figurano altezza, età approssimativa, pettinatura, abbigliamento, borse e perfino il modo in cui le persone si muovono, il tutto senza alcun input da parte di operatori umani, in modo da individuare ed esaminare in tempo reale le possibili minacce alla sicurezza.

 

Queste innovazioni ci porteranno in un mondo nuovo, inesplorato e non di facile comprensione, dove l’utilizzo della tecnologia sarà indispensabile per affrontare anche le scelte più banali, ma allo stesso tempo ci permetteranno di risolvere problemi non risolvibili fino a ieri o, semplicemente, di prendere un aereo in sicurezza.

Ma una domanda sorge spontanea, come sarà la società di domani?