di Federica Montalbano
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In un mondo utopico tutti cammineremmo sopra le grate senza aver paura di cadere di sotto, prenderemmo un ascensore senza pensare minimamente di poter restarci dentro, ma quando pensi che tutto possa andare per il meglio arriva lei, la migliore amica di ogni essere umano: l’ansia.

Si perché anche se volessimo mascherarla, lei è sempre lì, che ci fa salire 10 piani di scale quando gli ascensori sono vecchi, che ci fa spostare dalle grate quando stiamo camminando tranquillamente o che ci induce a controllare costantemente le tasche dei pantaloni per essere sicuri di non aver dimenticato lo smartphone.

Alcune ansie le esterniamo, altre invece le teniamo nascoste (forse per l’ansia di condividerle?)

Adesso non dobbiamo più nasconderle, anzi possiamo trovare la nostra “ansia gemella”. Come vi starete chiedendo: lo spiega Costantino Della Gherardesca, volto dello spot ufficiale di ManiApp condiviso sulla pagina Facebook di Netflix.

ManiApp.it

La vita ti mette ansia? Le notifiche ti mettono ansia? Maniac ti mette ansia? Sì? No? Eh? Quindi?È il momento di provare ManiApp.it, l'app delle ansie.

Posted by Netflix on Wednesday, September 26, 2018

Cosa c’entra Netflix? Cosa è ManiApp? Scusate forse vi ho messo un po’ troppa ansia.

Il 21 settembre scorso Netflix ha lanciato una nuova serie tv, Maniac, che ha tutti i presupposti per essere considerata un ulteriore successo per il colosso americano; protagonista un cast stellare fra cui spicca il recente premio Oscar Emma Stone e la star Jonah Hill con la regia di Cary Fukunaga. L’unica nota negativa di questa serie tv è che non vi sarà una seconda stagione (almeno da quanto annunciato fino ad oggi), si spera quindi in un finale non da cardiopalma.

Netflix non ne sbaglia una e per pubblicizzare l’uscita di questa nuova serie tv si rivolge a Dude per la creazione di un app e della campagna pubblicitaria di Maniac.

L’app in questione si chiama ManiApp e permette come detto in precedenza di collegarti con la tua “ansia gemella”.

Attraverso il sito puoi creare un profilo e scegliere un avatar o semplicemente loggarti tramite Facebook, una volta eseguito l’accesso potrai scegliere fra 10 ansie.

Nell’app possiamo trovare “Minacciosa natura” per coloro che hanno paura dei topi, ragni, serpenti o anche dei piccioni; “Stressante lavoro” per coloro che temono i colloqui, il lunedì o il profilo LinkedIn. “Scuola Paranoica” per la generazione Z che teme i debiti formativi, le interrogazioni a sorpresa o la maturità, ma anche per gli universitari che temono il salto d’appello o la sessione d’esami estiva. “Disagi sociali” (una fra le mie preferite) per coloro che hanno l’ansia di puzzare, avere qualcosa tra i denti o sbagliare i congiuntivi. Troviamo anche i “Grandi classici” come scendere in cantina, chiudere il gas o la fatidica dieta. Vi sono le “Orrende situazioni” come imbustare la spesa velocemente o perdere il portafoglio, le “Cose evitabili” come l’ansia (giustamente), le bambole, i calzini spaiati o i manichini. In un mondo tutto social non potevano mancare le “Ossessioni digitali” come l’assenza del Wi-Fi, perdere lo smartphone o gli hashtag. Le “Vacansie”, “Luoghi maledetti” come la palestra a cui non ci iscriveremo mai; “Ignobili trend” in cui spicca il calzino + sandalo. Per concludere con “Amori difficili” e “Odiabile Cibo”.

Praticamente già la scelta dell’ansia ti mette ansia!

Dopo aver effettuato la scelta, ManiApp elabora un verdetto e classifica l’utente in base alle proprie ansie. La personalissima “diagnosi” che ne verrà fuori essendo molto ironica potrà essere condivisa sui social; queste vanno da “evitosi” per chi vuole evitare le cose, a “iposbattite notificosa”, “stagiste disagiotica”e “poloansiabilità deforestica”.

Dopo essere stati catalogati con la propria “patologia” si possono iniziare i match con gli altri utenti per trovare così la propria ansia gemella. Quando ci si imbatte in qualcuno che condivide la nostra stessa ansia ci sarà concesso di inviare una gif di “sostegno”.

Obiettivo dell’app? Aiutare le persone a sentirsi più “normali”, ansie a parte.

E tu che ansia hai?