AVETE BISOGNO DI NUOVI STIMOLI CREATIVI?CI PENSA LEGO

1.AVETE BISOGNO DI NUOVI STIMOLI CREATIVI? CI PENSA LEGO                                               Tempo di lettura: 2 minuti

di Roberta Signorino Gelo

Chi non ha mai desiderato di poter tornare bambino anche solo per una volta? Lego finalmente potrà esaudire questo desiderio!La famosa azienda danese infatti ha forse individuato un segmento di domanda potenzialmente insoddisfatto che riguarda coloro i quali hanno bisogno di nuovi stimoli e di riaccendere la propria creatività.

Non si tratta di un vero e proprio lancio di un nuovo prodotto, ma di un interessante progetto di crowdfunding partito sull’apposita piattaforma Indiegogo. Tali tipi di campagne prevedono la collaborazione di più individui nel finanziamento di idee innovative e in questo caso specifico Lego ha colto le opportunità offerte dal paradigma Open Innovation adottando un approccio strategico del tutto nuovo, distaccandosi per la prima volta dai suoi laboratori creativi privati.

In cosa consiste questo nuovo progetto?
Il suo nome è Lego Forma ed è l’accattivante design del logo che già suggerisce di cosa si tratta. È un set per la costruzione di pesci che si basa sul modello di costruzioni Lego Technic e il modello sperimentale si compone di 294 pezzi unici e skin personalizzate, che hanno la capacità di muoversi non appena vengono assemblati correttamente, raggiungendo i 28 cm di altezza e i 13 cm di lunghezza. Natura e acqua sono dunque i protagonisti, i quali, come anticipato prima, hanno il compito di far riemergere il pensiero creativo di tutti coloro che per un motivo o un altro lo hanno perso. Il target infatti comprende bambini ma soprattutto adulti dai 12 anni in su.

Accanto al concetto di crowdfunding troviamo quello di crowdsourcing: Lego Forma è nato dal lavoro congiunto di soggetti esterni all’azienda, che hanno potuto condividere e mettere insieme idee anche molto diverse tra loro al fine di definire un progetto unico e soprattutto innovativo.
La campagna su Indiegogo è giunta alla conclusione, le spedizioni partiranno a Gennaio e sfortunatamente riguardano solo i territori della Gran Bretagna e degli Stati Uniti; tuttavia il successo non è tardato ad arrivare e ha già raggiunto 6 mila adesioni sulla piattaforma.

L’aspetto comunque senza dubbio più rilevante che conferma le tendenze di mercato degli ultimi anni è il fatto che ciò che viene offerto al mercato non è il prodotto in sé ma l’esperienza che ne deriva e che aiuta a ritrovare nuovi stimoli creativi. Su Indiegogo l’azienda danese infatti scrive

“Introducing a new, premium LEGO experience to help you re-engage with your creative side.”

ponendo il focus su una Lego experience che viene anche definita premium, cioè di alto livello e alta qualità. Ancora una volta prevale l’esperienza, sempre più richiesta oggi dalla maggior parte dei consumatori.

E a voi piacerebbe tornar bambini?


APPLE ACQUISISCE PLATOON PER INVESTIRE NEI TALENTI MUSICALI

2.APPLE ACQUISISCE PLATOON PER INVESTIRE NEI TALENTI MUSICALI                                 Tempo di lettura: 2 minuti

                                                                                                di Roberto Faraci

Apple negli ultimi anni ambisce sempre più a ricoprire un ruolo di rilievo in ambito musicale e lo fa andando letteralmente a caccia di talenti musicali. Dopo aver portato in Apple Music Asaii, startup che va alla ricerca di giovani talenti del mondo musicale, la “Mela” acquisisce Platoon.

Platoon è una startup londinese finalizzata a fornire servizi usufruibili dai musicisti. È stata fondata nel 2016 da Saul Klein e Denzyl Feigelson, personaggi con un passato non qualunque alle spalle. Il primo è stato uno dei cofondatori di LoveFilm, servizio di noleggio DVD per corrispondenza, acquistato successivamente da Amazon. Feigelson, invece, ha un lungo passato in Apple, dove ha lavorato come consulente e dirigente per ben 15 anni, contribuito alla creazione e all’ascesa di iTunes e acquisito grande stima da parte di Steve Jobs.

Platoon conta 12 dipendenti, tutti situati nella sede di Tyleyard. Pur essendo una startup, e quindi una società piccola e “giovane”, Platoon vanta già un curriculum di tutto rispetto, in quanto ha scoperto giovani talenti poi esplosi come Billie Eilish, Stefflon Don e Jorja Smith, i quali hanno siglato contratti con alcune delle case discografiche più importanti come Sony o Universal.

 Apple-Platoon: i vantaggi dellintesa

L’acquisizione della startup da parte del colosso Apple porterà indubbiamente grossi vantaggi da ambo le parti. In primis, Platoon ha l’opportunità di ottenere ingenti risorse per la realizzazione dei suoi obiettivi, ossia la creazione di contenuti originali per i giovani musicisti. D’altra parte, Apple può contare su un importante partner per entrare in maniera dirompente nel mondo musicale e questo grazie alla forte specializzazione di Platoon, che comprende la creazione di contenuti, la collaborazione con artisti per fornire supporto, il marketing, l’organizzazione di eventi, social media per i lanci e molti altri.

Scenari futuri: la Vision di Apple Music

L’acquisizione di Asaii prima e di Platoon poi potrebbe indicare i reali obiettivi di Apple Music: non limitarsi ad essere semplicemente una piattaforma in streaming ma molto di più. Grazie a dei partner fortemente competenti in campo musicale, Apple Music si candida fortemente a diventare anche un produttore e distributore musicale che (in parte) affranchi la ”Mela” dalla dipendenza delle grandi etichette discografiche.

 


VITALITY ACTIVE REWARDS

3. VITALITY ACTIVE REWARDS                                                                                                 Tempo di lettura: 3 minuti

                                                 di Alessia Pizzuti

Apple ha appena introdotto sul mercato il suo orologio di terza generazione con un partner d’eccezione che ha ideato il lancio di questo prodotto rivoluzionario sopprimendone l’usuale prezzo d’acquisto. In prossimità di questo Natale poi, la proposta è stata estesa ad un numero più ampio di persone che possono in sintesi avere un Apple Watch per soli $ 25. Secondo la promotrice compagnia di assicurazione Vitality, tutto ciò che bisogna fare è impegnarsi nell’attività fisica ogni giorno per 24 mesi: ecco come "pagare" il nuovo Apple Watch Series 3.

L'idea è abbastanza attraente e nasce da un'esperienza pilota dell'assicuratore del gruppo. Inizialmente, ha offerto l'Apple Watch ai clienti più fidelizzati e redditizi con contratto polizze vita per un valore superiore ai due milioni di dollari. Il risultato è stato sorprendente: l'attività dei membri aumentava del 20%. Il cinquanta per cento di loro ha mantenuto la promessa definita al momento di stipulazione contratto e raggiunto gli obiettivi di movimento mensili. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, al contrario, il cliente si sarebbe dovuto impegnare a pagare la percentuale di quelli non rispettati durante i 24 mesi pattuiti.

L’offerta sfrutta una tipica Assicurazione Sanitaria stampo british. L'assicurazione medica privata in U.K., infatti, fornisce l'accesso a strutture mediche private di alta qualità e trattamenti medici, veloci e adatti al cliente. L’organizzazione, in questo caso, svolge un ruolo altrettanto importante nell'aiutare a finanziare il costo della diagnosi precoce e del trattamento delle patologie acute.

Quella tra VitalityHealth ed Apple è una partnership vincente che cavalca i macrotrend di questi ultimi anni, confermando la propensione dei consumatori verso uno stile di vita meno sedimentario e più attivo: la prima si preoccupa di offrire cure migliori, la seconda punta sull'attenzione per una salute migliore, aiutando a restare in forma. Questa combinazione di un'unica offerta veramente integrata è il vero potere del progetto; sottoscrivere un premio assicurativo e abbinarvi l’uso dello smartwatch non si dimostra impegnativo, è semplicemente necessario mostrare le condizioni preesistenti del cliente o contattarne eventualmente il medico per ulteriori accertamenti.

L’attività cuore riguarda piuttosto il lato Consumer e consiste nel tener traccia delle attività e guadagnare ricompense: scegliendo un dispositivo (o un'app) si accede alle attività di monitoraggio che opportunamente collegate al sistema Vitality danno un quadro generale della performance del cliente. Quando l’attivazione è completata, si procede guadagnando: appare dunque una mappa di resoconto di punti vitalità guadagnati presso palestre partner o più semplicemente con attività indipendenti quali una corsa in bicicletta o una nuotata.

L’effetto di questa iniziativa è reso ancora più contagioso per il periodo dell’anno in cui essa si sviluppa. Si pensa infatti che un’ottima strategia di Marketing che aiuta gli acquisti sia data dall’ esclusività del periodo limitato al 15 gennaio 2019 e al vantaggio di ottenere il dispositivo subito pagando un contestuale acconto di £ 99. Ciò che fa davvero la differenza è la possibilità che l’intero costo dell’Apple Watch si possa drasticamente ridurre al misero acconto iniziale a fronte di un costo complessivo di 499 £: se si rimane attivi l’attività provvederà a compensare il resto, al contrario qualsiasi pagamento mensile effettuato sarà compreso fino un tetto massimo di £ 12.50.

Un altro importante punto di riflessione è quello strategico: si può acquistare un Apple Watch tramite Vitality ma è necessario disporre di un piano idoneo a vantaggio dell’ampia gamma di servizi che offre il gruppo assicurativo: un piano sanitario VitalityHealth Business; un piano o schema fiduciario aziendale VitalityHealth gestito da VitalityHealth, il beneficio di Vitality Plus; un piano VitalityLife con Vitality Plus o un piano pensionistico VitalityInvest. Questa strategia offre la possibilità di non perdere mai contatto con il cliente, offrendogli anzi più assistenza proponibile in diverse comode soluzioni. Collaborazioni come queste fanno riflettere sull’ importanza della raccolta dati da parte delle aziende: nell’epoca della digital economy le informazioni personali sono il nuovo petrolio, per uno studio più minuzioso delle attitudini del consumatore che possano tradursi in prodotti e servizi coerenti nell’offerta di mercato.

Anche la componente pricing merita un ulteriore considerazione: questo tipo di clienti con politiche di due milioni di dollari non erano troppo sensibili al prezzo di un Apple Watch, quindi è ragionevole pensare che una clientela meno ricca risponda meglio all'incentivo degli obiettivi. Ci si aspetta dunque, che le persone assicurate che esercitano di più saranno più sane e avranno un rischio inferiore di morte prematura, prolungando così gli affari dell'assicuratore. È un programma in cui tutti vincono: persona, assicuratore e Apple. Siamo ufficialmente a metà tra l’ossessione salutista, il marketing 3.0 e un pizzico da Grande Fratello. Per una compagnia se il cliente si mantiene in salute, la probabilità di dover sborsare soldi per malattia o infortunio si riducono drasticamente anche se rimane triste pensare che oggigiorno costi meno regalare un Watch per obbligare un individuo a stare in forma, ma questo è un altro discorso!


BERSHKA EXPERIENCE: L'INTEGRAZIONE TRA ONLINE E OFFLINE

4. BERSHKA EXPERIENCE: L'INTEGRAZIONE TRA ONLINE E OFFLINE                                    tempo di lettura: 2 minuti

di Federica Montalbano

Le aziende oggi sono chiamate a reagire alla digital transformation che è in atto in tutti i settori economici partendo dalla finanza, passando per il settore fashion fino all’alimentare. Oggi i consumatori richiedono esperienze in punto vendita, qualcosa che li spinga a visitare il brick and mortar e non limitarsi all’acquisto online, qualcosa che sia interattivo e che li metta al centro della loro esperienza d’acquisto. Appunto per questo le aziende sono chiamate a rendere le esperienze di acquisto online e offline seamless.

Parte dall’Italia, da Cremona, l’integrazione tra fisico e online per il secondo brand più importante per volumi di vendita del gruppo Inditex. Bershka lancia una shopping experience attraverso cui il cliente potrà effettuare i suoi acquisti in store con l’aiuto dello smartphone.

Con la nuova app Bershka Experience e con l’aiuto delle ultime tecnologie, i clienti potranno richiedere il capo che desiderano e inviarlo direttamente in camerino o alle casse, semplicemente scannerizzando l’etichetta dell’articolo.

Attualmente è possibile godere di questa esperienza solo nello store di Cremona, che possiede una superficie di 667 metri quadrati e ospita le collezioni uomo e donna, se l’esperimento avrà successo però anche altri store nel nostro paese dovranno interagire con la nuova app. Tutto ciò che è presente all’interno dello store è stato progettato esclusivamente per quello spazio, e il visual merchandising è stato adattato non solo allo spazio ma anche al pubblico della città.

Nello store i clienti potranno scegliere il modo di vivere il punto vendita e le preferenze d’acquisto, tra un metodo di fruizione dei servizi tradizionale oppure attraverso il sistema innovativo di Bershka Experience.

Attraverso l’app i clienti possono godere di un trattamento personalizzato; scansionando i cartellini dei capi o i codici QR, gli articoli selezionati verranno salvati in un carrello virtuale e dopo la conferma dell’acquisto il cliente potrà scegliere se acquistare direttamente oppure provare il capo in negozio. Si prospetta nel futuro di riuscire a consegnare i prodotti a domicilio dopo l’acquisto effettuato in store.Tutto questo è possibile grazie alla tecnologia di Identificazione a Radiofrequenza (RFID), con la quale si possono riconoscere gli articoli del brand e aggiornare lo stock dello store in tempo reale, inviando i capi alla cassa o in camerino. Dopo che il cliente ha richiesto un capo, il team del negozio prepara l’ordine e attraverso l’app al cliente viene inviata una notifica push o per assegnarli un camerino ed informarlo che i suoi capi sono pronti per essere provati o che l’aspettano alla cassa per essere acquistati. Le casse per i clienti che utilizzano Bershka Experience sono dedicate esclusivamente a loro così come i camerini, più ampi e con all’interno un iPad che permette al cliente di richiedere taglie differenti o nuovi articoli suggeriti dall’applicazione.

Le novità in casa Inditex però non sono finite. Attraverso la tecnologia RFID, i clienti potranno godere di un’innovativa esperienza attraverso uno specchio che mostrerà la propria immagine con indosso il capo selezionato e vi saranno anche dei suggerimenti per un total look, proprio come avviene durante gli acquisti online.

Le innovazioni hanno l’obiettivo di rendere l’esperienza del cliente sempre più seamless, spingendolo ad interfacciarsi simultaneamente con l’online e l’offline. In una società iperconnessa sul canale social, l’azienda ha pensato bene di creare un “Social Corner”, un tunnel dove i clienti potranno creare un video o scattare una foto da condividere sui social media, così da poter condividere la propria esperienza in punto vendita con i propri followers creando il cosiddetto “word of mouth” e spingendo altri a visitare lo store anche solo per mera curiosità.

Questo è solo un altro tassello delle innovazioni che i retailer stanno implementando per rendere interattivi i loro punti vendita e se l’esperimento avrà successo sicuramente anche altri brand si avventureranno in questa esperienza tutta digitale.

 


FINO A CHE PUNTO SI PARLERA' DI SHARING ECONOMY?

5. FINO A CHE PUNTO SI PARLERA' DI SHARING ECONOMY?                                                         tempo di lettura: 2 minuti

   di Francesca Cisternino

La parola del 2018 è condivisione, e non mi riferisco alle foto dei cenoni pubblicate nelle storie di instagram, ma all’ evoluzione del mondo dei servizi attraverso la sharing economy.

Grazie all’ ubiquità degli smartphone e alla diffusione di apposite applicazioni, è improvvisamente diventato possibile trasformare le città in una grande comunità. In poco tempo abbiamo iniziato a condividere: l’auto mediante app che utilizzano sistemi di car sharing, il nostro tempo libero, offrendo aiuto al vicinato dietro un piccolo pagamento, un posto letto per i turisti.

Tuttavia a giudicare dalle ultime news che riguardano i principali portavoce dello sharing, la risposta sarebbe negativa.

Perché? Semplicemente si è perso l’obiettivo iniziale e se n’è creato un altro secondo cui gli unici vincitori sono le tanto amate startup (con valutazioni da decine di miliardi di dollari), i cui guadagni finiscono nelle tasche di pochi venture capitalist.

Facciamo alcuni esempi: con Uber si è passati dalla condivisione di un’auto, a driver professionisti che svolgono un lavoro di fatto dipendente (ma senza godere di tutele lavorative), inoltre il colosso continua a lavorare alla sua flotta di auto autonome e nel giro di pochi anni potrà anche fare a meno dei driver. In questo modo Uber diventerà una normalissima compagnia di taxi.

Allo stesso modo anche le persone che ci portano la pizza a casa sono rider di Deliveroo o Glovo, privi di assicurazione e sottoposti ad un ranking feroce, in cui un punteggio basso può causare l’estromissione dalla piattaforma

Non ci dimentichiamo di Airbnb che nasce con l’idea di offrire un divano a qualche turista, per poi trasformarsi in un vero business per chi possiede diversi appartamenti e preferisce affittare per brevi periodi (causando l’espulsione di chi già abitava in quelle case e provocando un aumento dei prezzi dell’affitto). Oggi Airbnb è pronta a costruire le proprie case in collaborazione con Brookfield Property Partners, una delle più grandi agenzie immobiliari al mondo. Non si starà mica trasformando in un servizio alberghiero? Cosa condivideranno i turisti?

Insomma l’ideologia californiana che ha dato vita all’economia condivisa si è trasformata in una fortemente centralizzata, questo perché le piattaforme non sono state ben distribuite e indirizzate a comunità mirate (come si pensava all’inizio) ma sono diventati dei monopoli verticali in cui c’è spazio per una sola app nel settore.

Senza fare di tutta l’erba un fascio, continuano ad esistere ancora realtà che conservano l’idea originaria di condivisione: BlaBlaCar consente di trovare un passaggio dovendo solo dividere le spese, Enjoy, Car2Go o le biciclette di Mobike sono effettivamente dei mezzi condivisi.